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Ziliani: “La simulazione di Bonucci è quasi un marchio di fabbrica dell’Ital(Juve)”

Su Il Fatto Quotidiano: “Un comportamento che appartiene anche a Chiellini. Non condanniamo l’episodio, il giocatore o l’uomo semmai lo stile”

Ziliani: “La simulazione di Bonucci è quasi un marchio di fabbrica dell’Ital(Juve)”

Su Il Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani risponde ad una lettera sul tema della clamorosa simulazione di Bonucci in Nazionale contro l’Armenia.

“Mi sembra che “sporcare” una vittoria con una simulazione sia di per sé stupido, se non autolesionista: perché noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere come imbroglioni?”

Ziliani risponde riprendendo in parte gli argomenti già esposti su Twitter ieri, quando aveva criticato duramente la Gazzetta dello Sport.

“Bonucci che finge una gomitata, fa espellere il suo avversario innocente e “trascina”la Nazionale alla vittoria contro la temibile Armenio: che bello spot per il calcio italiano!”

Un gesto che Ziliani definisce deprecabile.

Può capitare di farsi prendere dalla trance agonistica e avere reazioni istintive in campo, scrive, ma se errare è umano, perseverare è diabolico. Non è la prima volta che Bonucci si comporta così.

“non è la prima volta che il difensore della Juventus si giochi la carta della simulazione nel tentativo, più o meno riuscito, di ingannare l’arbitro e procurarsi un vantaggio”.

Era già successo l’anno scorso con la maglia bianconera durante gli ottavi di finale di Champions contro l’Atletico Madrid, quando aveva simulato di aver ricevuto un colpo al viso sperando di fare annullare, così, il gol di Gimenez.

“Quello di Bonucci non è un caso. E forse non è un caso nemmeno che lui sia in ottima compagnia, quella del compagno di squadra e di Nazionale Chiellini, che più volte è stato beccato dalle telecamere in episodi analoghi, indifferentemente con la maglia azzurra o bianconera”.

Come quando in Svezia fece la sceneggiata per cercare di far espellere Berg per una gomitata mai ricevuta. All’epoca, ricorda Ziliani, facemmo una figuraccia, di cui tutto il mondo del pallone parlò. Ventura perse e l’Italia fu meritatamente eliminata dal Mondiale. Stavolta, invece, l’arbitro ci è cascato e la simulazione di Bonucci è stata decisiva per la sconfitta della piccola Armenia.

“Insomma, è quasi un marchio di fabbrica dell’Ital(Juve). Non condanniamo l’episodio, il singolo giocatore o addirittura l’uomo, semmai lo stile”.

Non è comunque qualcosa che riguardi solo gli italiani, aggiunge Ziliani:

“Al grande Barcellona facevano degli allenamenti appositi per accentuare le cadute, esaltare il proprio tiki-taka e prendere più falli possibili. Tutto il mondo è paese”.

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