L’attaccante però sa bene che la politica del Napoli oggi punta ai giovani
Fabio Quagliarella ha rilasciato una lunga intervista a Diletta Leotta su DAZN in cui ha parlato anche del suo grande sogno il Napoli
“Da bambino ho fatto tanti provini per il Napoli… è sempre stato il mio sogno. L’anno di Napoli poi ho giocato bene, sono andato in doppia cifra e eravamo andati in Europa, quindi non avevo nulla da rimproverarmi, i problemi venivano da fuori dal campo. Sono stati momenti difficili per me e la mia famiglia. Ricordo che chiamai il mio amico Giulio per condividere il mio disagio, non ce la facevo più in quel periodo dello stalker. E lui chiamò mio papà e lo avvisò che c’era qualcosa che non andava. Così una volta papà venne a prendermi a Castelvolturno, me lo ritrovai davanti, mi portò in macchina e mi disse: ‘stai tranquillo, fossero vere le cose che dicono ti direi di preoccuparti, ma sono solo stupidaggini, tanto primo o poi lo becchiamo. Quella chiacchierata lì mi ha dato un po’ di serenità”.
Stalking?
“E’ stato un incubo quel periodo, quell’uomo ha deciso di intromettersi nella mia vita e dare fastidio, ma lo prendo come una cosa che ha fatto parte del mio percorso, le soddisfazioni che potevo prendermi prima me le sto prendendo alla fine. All’inizio dopo il trasferimento alla Juve, la gente ce l’aveva con me perché non sapeva la verità, Poi quando tutto è stato reso pubblico, la situazione si è risolta. Mi hanno dedicato uno striscione incredibile ed è stato come se fossi tornato a vestire la maglia del Napoli. Sarebbe bello giocare ancora in azzurro dal punto di vista romantico, ma la società sta facendo un percorso con giovani forti. Io ho la fortuna di essere amato e di essere il capitano della Sampdoria. Sono amato sia a Napoli che a Genova”.