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Lukaku a Rolling Stone: “Il calcio è multiculturale. Il razzismo va affrontato”

Lunga intervista all’attaccante belga dell’Inter: “Se vuoi i migliori calciatori non devi discriminarli”

Lukaku a Rolling Stone: “Il calcio è multiculturale. Il razzismo va affrontato”

Su Rolling Stone una lunga intervista a Romelu Lukaku.

Il nuovo attaccante dell’Inter si racconta a tutto tondo, dalle radici africane alla musica preferita, al campo, e ovviamente parla anche di razzismo.

Romelu si dice orgoglioso delle sue radici africane:

“Sono un fiero congolese… un fiero belga congolese. Sono molto fiero delle mie origini, del posto da cui vengo. A casa con mia mamma parlo la lingua dei miei genitori, il lingala, e a volte anche con mio figlio. Per me è molto importante tenere vive le mie radici, non dimenticare da dove arrivo”.

Racconta che gli sarebbe piaciuto incontrare Nelson Mandela, sempre in prima linea nella lotta all’Apartheid e di stimare Patrice Lumumba, eroe nazionale del Congo assassinato.

Lukaku spiega la sua scelta di passare all’Inter:

“Prima di tutto la mia è una decisione che riguarda lo sport. L’Inter era il club per cui volevo giocare in Italia e il coach è stato un elemento importante nella mia scelta, oltre al fatto che sapevo che la squadra aveva degli ottimi giocatori. Ma anche da un punto di vista familiare è stata una buona scelta, perché mio fratello è già qui. Penso che l’Italia sia un bel posto in cui vivere, sono una persona a cui piace scoprire diverse culture: non solo giocare in differenti campionati di calcio, ma apprendere culture differenti. Per questo sono molto felice di essere qua”.

E poi le dolenti note: il razzismo di cui è stato fatto oggetto a Cagliari. L’Inter ha lanciato una massiccia campagna razzista, nei mesi scorsi, con lo slogan BUU, Brothers Universally United, Fratelli Universalmente Uniti, dopo i fischi che una parte dello stadio interista aveva riservato a Koulibaly.

“Penso che sia stata una grande cosa da parte del club. E se vorranno il mio contributo, glielo darò. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri oggi sono sul campo da calcio, per aiutare i miei compagni a vincere.

Lukaku spiega che secondo lui, in caso di razzismo durante una partita, un giocatore non deve lasciare il campo, ma prendere una posizione.

“Perché il razzismo è qualcosa a cui bisogna rispondere. Guarda l’Inghilterra, dove nelle ultime settimane sono successe diverse cose a giocatori del Manchester United e del Chelsea: la questione va affrontata. Il calcio è qualcosa di internazionale, multiculturale. Se vuoi davvero attirare i migliori giocatori del mondo, devi accoglierli a braccia aperte, perché a loro volta gli atleti devono adattarsi alla cultura in cui arrivano. Quindi è fondamentale non discriminare, e apprezzare quello che uno porta con la sua presenza”.

 

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