Lo dimostra la formazione messa in campo da Sarri che ha preferito non rischiare. Una Juve all'”acciughina” tanto che verrebbe da aggiungere i 3 punti a quelli di Allegri dell’anno scorso
La Juve vince a Parma con una zampata di Chiellini su calcio d’angolo ma il messaggio più preoccupante che arriva dal Tardini, scrive la Gazzetta dello Sport è che
“se il vecchio resta affidabile come sempre, nel cantiere del nuovo i lavori sono più in ritardo di quanto sembrasse”.
A dimostrarlo non è stata la partita, ma la scelta della formazione da parte di Sarri.
Il tecnico, scrive la rosea, ha mandato in campo la Juventus di Allegri, lasciando fuori tutti i nuovi acquisti del mercato estivo.
L’unica faccia “nuova” era Higuain.
Probabilmente il ragionamento di Sarri è stato questo:
“Le nuove conoscenze non sono ancora entrate nella memoria della squadra. Meglio giocarsi il debutto con le vecchie certezze, senza prendersi rischi inutili. Anche perché presentarsi davanti al Napoli straripante di Firenze con meno di 3 punti sarebbe psicologicamente fastidioso. La qualità dei singoli basterà per battere il Parma”.
E ha avuto ragione, ma, scrive la Gazzetta,
“d’istinto, verrebbe da aggiungere i 3 punti ai 90 di Allegri del torneo scorso più che dare i primi 3 a Sarri, perché non si è visto un solo principio sarriano”.
Probabilmente l’allenatore vuole trascinare la Juve “con la maschera di Allegri” fino alla sosta e poi presentare la sua prima vera squadra.
La prudenza di Sarri ha una sua logica, continua la rosea, ma è possibile che nessuno dei nuovi fosse in grado di scendere in campo? Nemmeno Rabiot, che ha giocato molte delle amichevoli estive? O Danilo?
“Questo suona strano e un filo preoccupante. Così come il mercato”.
Sarri è alle prese con le necessità che ha la Juve di sfoltire la rosa e questo non lo aiuta in un cantiere già in ritardo, anche dal punto di vista della condizione atletica, come ha dimostrato il calo della squadra durante la ripresa.
“Riassumendo: la Juve di Sarri è una corsa contro il tempo. Costruire il nuovo gioco il più in fretta possibile senza perdere troppi punti per strada, cercando di vincere anche di «corto muso», per poi decollare in primavera con ali inedite. Chiellini, che è onesto quanto tosto, ha calendarizzato la vera Juve «per l’inverno, forse per l’anno nuovo». Non prima. Questa è la vera grande sfida della Signora e di tutto il suo mondo (dai Rabiot ai tifosi): la pazienza. Che esigono le rivoluzioni”.