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Milano non è una città italiana, il progetto stadio lo conferma

Inter e Milan vogliono abbattere lo stadio più bello d’Italia. Succede se hai altri canoni, se ragioni a un’altra velocità. Mentre Roma è impantanata, Napoli si è mossa solo con i soldi delle Universiadi

Milano non è una città italiana, il progetto stadio lo conferma

“Milano vicino all’Europa”

È paradossale che possa essere abbattuto il “Meazza” lo stadio più bello d’Italia. Quello con più storia, non se la abbiano a male i romani, quello più comodo e dove la partita si vede meglio. Quello meglio servito a livello di trasporti. Forse è anche un assurdo. Ma succede nell’unica città italiana che da tempo ragiona con canoni diversi. Europei sembra un parolone intriso di retorica, e anche fuori luogo considerati gli appesantimenti burocratici che porta con sé l’istituzione Europa. “Milano è vicino all’Europa” cantava Dalla. È in linea con Londra dove hanno abbattuto e ricostruito Wembley (uno stadietto privo di storia) e dove il Tottenham ha da poco aperto al pubblico il proprio capolavoro.

Oggi Milano è certamente una città lontana dall’Italia. Dove i due club si mettono d’accordo per l’abbattimento dello stadio e ne progettano un altro da realizzare in quattro anni. Prima delle Olimpiadi, perché nel frattempo. Milano – con Cortina – ospiterà anche le Olimpiadi invernali del 2026. Mentre Roma lotta, sempre più sfiancata, per la realizzazione di uno stadio che somiglia sempre più a Godot, e Napoli si ritrova un impianto ristrutturato soltanto grazie ai soldi delle Universiadi, opporsi al nuovo stadio di Milano sembrerebbe un affronto al futuro. Anche se vedere cadere il Meazza sarà certamente un dolore.

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