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Il Foglio racconta il calcio estivo degli anni Ottanta

Se volevi vedere le partite dovevi armarti di pazienza e fare lunghe trasferte perché in tv di certo non davano Napoli-Benevento. Con l’arrivo di Berlusconi al Milan inventò i raduni

Il Foglio racconta il calcio estivo degli anni Ottanta

Angelo Carotenuto in un’intervista al Napolista, parlando del motivo della frustrazione per l’arrivo dei top player che anima il mercato, aveva raccontato di come è cambiato il modo di fruire il calcio da parte dei tifosi.

«Quando ero bambino, l’unico modo per assistere ad una partita era andare allo stadio, adesso abbiamo tutti la possibilità di assistere alle partite comodamente da casa, e di poter vedere giocare molte più grandi squadre di quanto potevamo fare un tempo. Questo rapporto distorto con il grande calcio ci ha convinto che sia alla portata di tutti perché si gioca sotto i nostri occhi. Ci siamo assuefatti a cose straordinarie».

Torna sull’argomento oggi anche Roberto Perrone sul Foglio Sportivo, parlando dell’eccesso delle amichevoli estive trasmesse in tv. C’era un tempo un cui

se volevi vedere i campioni dovevi armarti di santa pazienza, utilitaria e Autan e partire, che in tv non c’erano neanche le partite di campionato, figuriamoci Napoli-Benevento. Ecco, il calcio dei favolosi Eighties e anche un po’ dei Neinties aveva questa caratteristica. Dovevi viaggiare in provincia.

Oggi su Sky puoi vedere perfino Napoli-Benevento

Il calcio è diventato esattamente quello che raccontava Carotenuto, un mondo in cui si sta solo dietro ai soldi, anche le amichevoli estive e le tornée in Asia e America sono dettate dagli introiti economici. Quanto era bello quando

il Milan di Sacchi, Gullit e Van Basten giocò una storica amichevole nel 1987. Sul foglio con le formazioni, tra i giocatori del Milan, un certo punto compariva un certo Dil. E chi caspita è? La domanda mandò in brillazione la tribuna. Era il cognome della madre di Gullit, come il trecciolone era stato registrato all’anagrafe. Ora con due clic avremmo risolto tutto.

C’erano campioni e c’erano “pippe”, ma non si sapeva chi fosse cosa prima che cominciasse il campionato.

I ritiri erano come ritrovi del dopolavoro, i calciatori più vip andavano in vacanza in Sardegna o a Forte dei Marmi e si presentavano con la Golf GTD.

Poi arrivò Silvio Berlusconi. Trovò l’andazzo scandalosamente privo di appeal e si inventò il famoso raduno all’Arena del 1986 con il Milan sbarcato dagli elicotteri, la Cavalcata delle Valchirie sparata dagli altoparlanti e l’odore del napalm di prima mattina.

L’unica amichevole estiva che non è cambiata è la sfida in famiglia della Juventus a Villar Perosa, in val Chisone per il forte legame tra Andrea Agnelli e il commendatore Gianni.

I giornalisti salivano con la speranza che arrivasse l’Avvocato. Lo si capiva dall’elicottero che ci roteava sulle teste. Atterrava in villa poi veniva giù, si parlava, in un tripudio di gomitate e spigoli di videocamere, nel tragitto tra gli spogliatoi e la panchina dove Gianni Agnelli sedeva accanto all’allenatore di turno.

Poi alla metà degli anni ’80 arrivarono i tornei il primo fu il “Memorial Baretti” in memoria del direttore di Tuttosport e arrivarono gli sponsor a dettare legge anche d’estate.

Nel racconto di Perrone che ripercorre l’evoluzione del calcio estivo insieme alla sua carriera professionale, anche le interviste libera ad allenatori e calciatori che potevi incontrare al bar o in qualche ristorante. I ristoranti erano l’altra faccia delle amichevoli estive, la ricerca del ristorante dove mettere (bene) le gambe sotto il tavolo.

 

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