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Di Francisca: «Essere mamma non è un limite per lo sport»

Elisa non è l’unica donna tornata in campo dopo la maternità «Le donne sono sempre state in grado di fare più cose insieme, ma l’essere mamma era sempre visto come un limite»

Di Francisca: «Essere mamma non è un limite per lo sport»

Alla vigilia dei mondiali di scherma, Elisa Di Francisca è in pedana due anni dopo la nascita del piccolo Ettore e conferma di essere tornata per vincere. In una lunga intervista su Libero racconta del suo ritorno, delle sue ambizioni e del fatto che adesso non vuole vincere solo per sé, adesso c’è Ettore che attende che lei porti a casa qualche medaglia.

Un figlio per un’atleta in carriera, così come per ogni donna in carriera, spiega Elisa, significa lavorare il doppio, ma anche avere il doppio delle soddisfazioni

«è impegnativo perché sta crescendo e ti chiede presenza fisica e mentale in ogni momento. Però la maternità mi ha completato come donna, mi ha dato tanta serenità nonostante gli immancabili sensi di colpa»

La Di Francisca non è l’unica neo mamma ad essere tornata in pista, quest’anno anche la Williams è tornata a Wimbledon e Cagnotto-Dellapè sono a caccia di Tokyo 2020 dopo una doppia maternità.

«Le donne sono sempre state in grado di fare più cose insieme, ma l’essere mamma era sempre visto come un limite. Tante donne la pensano così e magari ritardano una gravidanza, anche a rischio di non viverla più. Servono sempre più esempi di donne sportive, in carriera o della porta accanto che riescono ad avere le loro passioni, a badare alla casa e a prendersi cura di se stesse. Non sono solo le sportive a dover avere un corpo in piena forma, ma tutte noi: mi spiace vedere donne un po’ più grasse perché si lasciano andare»

L’ultimo passaggio è sul calcio femminile, un altro mondo dominato dagli uomini dove le donne si sono imposte, catturando attenzione e vittorie durante l’ultimo mondiale. Anche le ragazze della scherma le hanno seguite con passione e orgoglio

«Le azzurre hanno rappresentato un simbolo di successo in uno sport fisico, ma anche tecnico e mentale come il calcio. È un po’ la caratteristica di noi donne: a volte rompiamo le scatole, ma riusciamo anche a fare grandi cose».

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