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«Con i razzisti non gioco», lascia il campo in lacrime per gli insulti di un avversario

Il Corriere della sera racconta una storia accaduta nell’amichevole tra il Bochum e il San Gallo. Il giovane è poi tornato in campo

«Con i razzisti non gioco», lascia il campo in lacrime per gli insulti di un avversario

Il Corriere della Sera

Il Corriere della Sera, con Elisabetta Rosaspina, riporta un inedito caso di razzismo nel mondo del calcio professionistico. Non più il pubblico protagonista di cori, ma un calciatore che avrebbe insultato un avversario per il colore della sua pelle. Ne è stato protagonista Jordi Osei-Tutu giovane promessa dell’Arsenal in prestito alla squadra di Bochum che ha lasciato il campo in lacrime durante un’amichevole contro il San Gallo.

Nel pieno di un’azione il terzino angloghanese si era seduto sul prato, facendo cenno all’arbitro che si era avvicinato a chiedere spiegazioni, prima di avviarsi negli spogliatoi nascondendo il pianto nella sua maglia blu.

La spiegazione sul momento era stata quella di un’espulsione per con un cartellino rosso, per indisciplina, per oltraggio al direttore di gara. Ma è stato lo stesso calciatore ha spiegare successivamente i reali motivi.

«Mi ha insultato – ha protestato Jordi puntando il dito verso un giocatore avversario – mi ha offeso per il colore della mia pelle» Le parole esatte che il terzino del Bochum assicura di aver sentito e il difensore del San Gallo, il tunisino Sliman Kchouk, nega risolutamente di aver pronunciato non sono state ancora accertate, ma facevano riferimento «alla mia pelle», ha assicurato Jordi, che non voleva essere consolato, ma creduto.

Lo hanno convinto a rientrare

Una situazione talmente nuova da aver messo in difficoltà l’arbitro nelle decisioni da prendere. La soluzione è poi arrivata da un collaboratore del Bochum che ha convinto Jordi a tornare in campo evitando l’espulsione da parte del direttore di gara.

«Sono deluso – ha commentato Jordi, appena riacquistata la calma -. È davvero difficile capire come un collega calciatore professionista possa comportarsi così sprezzantemente».

Jordi Osei-Tutu ha opposto per la prima volta un dolore esplicito a quella che in molte altre occasioni dev’essere stata liquidata come una intemperanza, del resto lo stesso Clarence Seedorf aveva in passato messo in guardia sul fatto che episodi del genere esistessero «Vi posso assicurare che gli insulti razzisti non piovono solo dalle tribune, ma anche da altri giocatori».

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