Repubblica: Il Brasile ha giocato sette Mondiali e non ne ha mai vinto uno. La star della squadra è Marta, ambasciatrice Onu per l’uguaglianza di genere
Questa sera l’Italia femminile incontra il Brasile. Le azzurre non sono mai riuscite a battere la Seleçao, scrive Emanuela Audisio su Repubblica. Hanno all’attivo 5 sconfitte.
All’Italia basta un pareggio per essere prima. Al Brasile pure, per passare, ma se vuole evitare il terzo posto e la Francia agli ottavi, deve vincere con almeno due gol di scarto.
Il Brasile ha tanti nomi altisonanti. Ha giocato sette Mondiali e non ne ha mai vinto uno. Nel 2007 perse la finale con la Germania.
In squadra c’è una leggenda: Marta Vieira da Silva. Nata ad Alagoas, una delle zone più povere del Brasile nord-orientale, ha 33 anni ed è al suo quinto mondiale. E’ soprannominata “Pelè con la gonna”. In Nazionale, in realtà, ha segnato più di lui: 111 gol a 77.
Un’infanzia difficile, la sua. La madre parrucchiera ha cresciuto da sola i suoi quattro figli. Marta è stata salvata dal suo talento.
Giocava con i maschi e a 14 anni fu notata da un manager locale che la portò a Rio de Janeiro, per allenarsi con la squadra giovanile del Vasco da Gama.
Il primo Mondiale arrivò quando aveva 17 anni: segnò tre gol.
L’anno dopo ci fu l’arrivo in Europa, per la precisione in Svezia, ad Umea. Diventò campionessa d’Europa. Da allora ha vinto 6 volte il titolo Fifa di miglior giocatrice. E’ ambasciatrice Onu per l’uguaglianza di genere. Sulle sue scarpe non ci sono loghi di sponsor, ma solo quello a favore della parità. Lo ha spiegato lei stessa, il motivo:
“Nessuno mi ha offerto il contratto che meritavo e allora ho preferito così”.
In squadra con lei c’è Cristiane, che alle Olimpiadi ha segnato 14 gol e in Nazionale più di 90. Ha giocato in Germania, in Svezia e in Francia.
Esordisce al Mondiale Geyse, 21 anni, tesserata con il Benfica. E anche Thaisa, che gioca nel Milan.
L’Italia femminile non ha mai battuto il Brasile, quella maschile non lo batte dal 1982. Chissà stasera come andrà a finire.
