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Altro che subComandante, Sarri è stato il primo sovranista di Napoli

Si rivolgeva direttamente al popolo, in chiave anti-De Laurentiis, e il popolo si è bevuto la recita. Ora anche per il suo passaggio alla Juventus daranno la colpa ad Aurelio?

Altro che subComandante, Sarri è stato il primo sovranista di Napoli

L’inchino alle curve

Ricordo l’ultima di Sarri al San Paolo, era il Comandante che si inchinava a davanti alle curve. Un atto rivoluzionario di chi riconosceva la legittimità di rappresentanza solo al popolo, alle curve.

Fu uno schiaffo, la rottura tra Sarri e De Laurentiis. Sapemmo dopo, che le trattative segrete tra il “rivoluzionario in tuta” e gli uomini e le donne dell’oligarca russo da un paio di mesi prima della fine del campionato erano in pieno svolgimento,
“io sono solo l’allenatore. È la società che decide, compra e vende”.

Era questo il messaggio di Sarri al popolo suddito. E quel popolo gli ha creduto. Non ha voluto ascoltare la campana “aziendalista”, quella dell’appena arrivato nuovo mister Carlo Ancelotti. Che propose ai napoletani un diverso approccio  sulla condivisione delle scelte tra società, allenatore, squadra.

La difesa di Higuain

È vero, Sarri fu l’unico a difendere Higuain, e questo doveva pur significare qualcosa, ma i napoletani non fecero caso a questo comportamento anomalo.

Recitava il ragioniere toscano. Era cresciuto negli anni napoletani come un mito rivoluzionario che aveva tentato di sfidare il nemico, Aurelio De Laurentis, rivolgendosi direttamente al popolo.

Altro che subComandante. A modo suo, Sarri è stato il primo sovranista di casa nostra che riconosceva solo il popolo come riferimento. Nessuna Repubblica parlamentare, il potere si alimenta nel rapporto diretto con il popolo.

E oggi che è entrato nel Palazzo del potere, accasato a Torino? Comunque la colpa è di Aurelio De Laurentiis. Roba da pazzi.

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