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Sconcerti: “Il rischio della Juve è l’improvvisa gioventù guidata da Nedved”

La rottura si è giocata sul “bel gioco” e sull’utilizzo della qualità della squadra. Il problema non è tanto il nuovo allenatore, ma una società giovane smaniosa di andare oltre la tradizione

Sconcerti: “Il rischio della Juve è l’improvvisa gioventù guidata da Nedved”

Per Mario Sconcerti ci sono diversi elementi che hanno favorito il divorzio tra la Juventus e Massimiliano Allegri e un grande punto di domanda per il futuro bianconero.

Il terreno principale dello scontro è stato quello del tipo di gioco. E’ quello che ha decretato la fine del rapporto. E il modo in cui il tecnico ha sfruttato la qualità dei calciatori, che non è piaciuto al club.

Allegri vorrebbe sempre più qualità, ma poi usa quella che ha in modo “discretamente operaio”, scrive Sconcerti. La Juve è soddisfatta della qualità della squadra, ritiene che sia alta, ma “appunto usata per servizi meno utili”.

Quando Allegri litiga in diretta tv con Adani e dice che giocare bene è facile ma è più importante vincere, in realtà risponde a Nedved e Paratici, se non anche ad Agnelli. E’ esattamente quello il nervo scoperto dell’allenatore e Adani lo ha pizzicato.

“Alla Juve oggi vincere non basta più, non porta valore al marchio. Serve lo spettacolo, comunque sia. Allegri è un po’ fermo al vecchio calcio, quello in cui basta vincere. Per fare soldi oggi devi essere un esempio nel mondo, altrimenti resti un povero miliardario”.

La trattativa tra il club e il tecnico, però, è naufragata per un motivo importante: l’assenza di Marotta, che aveva sempre fornito alla società “una componente calma, la freddezza solita della Juve”. La rottura è stata il risultato “di una società giovane, smaniosa di andare oltre la tradizione”.

“L’identikit dell’allenatore della Juve è da sempre lo stesso: Trapattoni, Zoff, Lippi, Conte, Allegri, cioè realtà, pratica, intelligenza. Non esperimenti. Ma il calcio globale vende anche il lato eccentrico del gioco, c’è l’obbligo di piacere, cioè di una stonatura guidata”.

Le ipotesi, a questo punto, si allargano. Se si cerca un allenatore in linea con le caratteristiche che hano sempre avuto i tecnici bianconeri vengono fuori i nomi  di Deschamps e Simone Inzaghi. Una via di mezzo tra il vecchio e nuovo sarebbe Pochettino. “Una follia ragionata” potrebbe essere Mihajlovic. Ma “la vera soluzione diversa sarebbe Sarri”.

Il nodo di tutto, secondo Sconcerti, è il vero uomo nuovo: Pavel Nedved.

“Paratici è uno splendido scout, ma trovato il giocatore serve l’affare. Il vero rischio della Juve più che il nuovo tecnico potrebbe essere proprio questa improvvisa gioventù guidata da Nedved”.

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