ilNapolista

Crosetti: Juve-Allegri amore e rancore. E l’onta della Champions (persa)

Su Repubblica: A suscitare i rancori più profondi sono gli allenatori, creature ibride. Ed è curioso che la Juve c’entri quasi sempre quando volano gli stracci

Crosetti: Juve-Allegri amore e rancore. E l’onta della Champions (persa)

Storia d’amore e di rancori
tifosi in festa, la Borsa anche
La gioia del popolo juventino su Twitter come se si fosse tolto un peso. Gli effetti positivi sul titolo
Da Lauda a Mourinho passando per Baggio, lo sport è anche fatto di separazioni e tradimenti

Una storia d’amore e di rancore, quella tra Allegri e la Juventus. La descrive così Maurizio Crosetti su Repubblica. Una Juve che aveva accolto il tecnico con “sputi e manate sul parabrezza” e che ieri lo ha mollato “nel tripudio di tanti, forse troppi che stavano là fuori a guardare”.

La Juve e Allegri in fondo non si sono mai davvero amati. Si lasciano per tanti motivi. Perché la bellezza del gioco non si vede più, perché la sconfitta in Europa rende inutili molti dei soldi spesi per l’acquisto di Ronaldo. La cosa singolare è, scrive Crosetti, che dopo l’uscita dalla Champions il titolo della Juve in Borsa sia precipitato e invece ieri, nel giorno dell’addio, abbia ripreso a crescere.

“Solo il mitico Trap ha vinto più scudetti di lui, però conta come non vinci l’ultima coppa, come non sei riuscito mai a vincerla. Sette gol presi in due finali: troppi”.

Su Twitter i tifosi juventini hanno gioito, come se si fossero tolti un peso. Eppure Max ha vinto 11 trofei in 5 anni.
Crosetti scrive che ci si lascia, essenzialmente, per un tradimento. E cita il caso di Roberto Baggio, che abbandonò Firenze per scegliere la Juve “tra cassonetti rovesciati e fiamme”. Oppure LeBron James, che passò a Miami e provocò la reazione feroce dei tifosi di Cleveland, che bruciarono le magliette con il suo numero 23 e lo chiamarono traditore e codardo, prima che lui tornasse e gli regalasse il loro unico titolo NbA.
Il calcio “è un territorio tribale che non perdona a volte neppure le bandiere, i simboli”. Basta pensare a come hanno trattato De Rossi a Roma, come è andata tra Totti e Spalletti, oppure guardare al caso di Paolo Maldini, “totem messo in cantina con la complicità di non pochi tifosi di curva” e per il quale il Milan non ha mai organizzato una partita di addio. E Del Piero?

A suscitare i rancori più profondi, però, sono gli allenatori, “creature ibride”. A Fabio Capello i romani non hanno mai perdonato “quella specie di fuga notturna verso la Juventus”, ad esempio.

“Curioso che la Juve c’entri quasi sempre quando volano gli stracci: la porta sbattuta da Conte (oppure sbattuta in faccia a Conte?) nel luglio di quattro anni fa ancora trema, e proprio da quella porta entrò Allegri, il ripudiato di ieri. Si sussurrarono cose turpi, addirittura mani addosso tra presidente e allenatore e stai a vedere che poi magari Conte torna davvero”.

Perché anche se la passione fa ricordare le cattiverie, spesso l’amore sceglie di dimenticare e “l’ultimo bacio è quasi sempre il penultimo”.

Non sarà così tra la Juventus e Allegri, scrive Crosetti:

“un vincitore baciato talvolta in questi anni da bocche se sembravano, piuttosto, morsicare. Infatti, alla fine se lo sono mangiato”.

ilnapolista © riproduzione riservata