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Le azioni più belle, la sconfitta più brutta. Ma forse è una “febbre di crescita”

Quella che oggi appare la prima vera crisi dell’era di Re Carlo, potrebbe in realtà rivelarsi come una cosiddetta “freva ‘e criscènza”

Le azioni più belle, la sconfitta più brutta. Ma forse è una “febbre di crescita”

ùIl Napoli, in questa strana partita contro l’Atalanta, ha giocato bene, sicuramente per un’ora, non meritando la sconfitta ma anzi producendo alcuni degli scambi più veloci e spettacolari dell’anno. Sembrava il Napoli sarriano, quello che ha lanciato Zielinski a tu per tu col portiere Gollini, e sembrava un Napoli zemaniano quello che ha mandato letteralmente in porta il timido Milik, sebbene in compagnia di Masiello, per non parlare di quello che, grazie soprattutto a Callejo+ùn, per qualche secondo è sembrato finanche barcelloniano, producendo il vantaggio di Mertens.

Nel corso della stagione però, troppo spesso le improvvise fiammate di Piotr non sono diventate gol, come accaduto a Milano contro l’Iter, o peggio a Londra contro l’Arsenal. Ed anche i rari assist alla Totti di “Ciro” insieme a quelli di Insigne non sono bastati senza un altro stoccatore finale che fosse più cattivo e costante. Ecco spiegato da dove nasce la domanda sulle qualità, non solo tecniche ma anche caratteriali, di alcuni uomini squadra, indispensabili in rosa per alzare il rendimento e quindi le aspettative.

Eppure, se il Napoli veloce e sicuro visto nel primo tempo, e per brevi tratti nel secondo, fosse un primo lampo di quello che ci piacerebbe vedere con maggiore continuità l’anno prossimo, ecco che il ragionamento potrebbe essere già ribaltato sin da subito. Tanto che, quella che oggi appare la prima vera crisi dell’era di Re Carlo, potrebbe in realtà rivelarsi come una cosiddetta “freva ‘e criscènza” (come canta la napoletana Flo). E in quel caso, basterebbero allora tre o quattro giocatori di grosso impatto, ed un piano tecnico appena più chiaro ed ambizioso in mente, per trasformare molto presto il Napoli di adesso in qualcosa di sensibilmente migliore. Tifare per credere!

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