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I due gol sbagliati da Insigne e Zielinski sono l’ennesima conferma dei limiti del Napoli

Non conta che fossero o meno meritati, conta che sono state due colossali occasioni cui siamo arrivati impreparati

I due gol sbagliati da Insigne e Zielinski sono l’ennesima conferma dei limiti del Napoli
Foto Calcio Napoli

Il Napoli ha perso meritatamente con l’Arsenal. Due a zero e possiamo dire che ci è andata bene. La squadra di Ancelotti avrebbe potuto prendere un’imbarcata, visto anche lo stato di catalessi in cui è caduto il Napoli soprattutto nel primo tempo. Ma anche nella ripresa, nonostante il parziale risveglio della squadra di Ancelotti, l’Arsenal ha prodotto più occasioni per segnare. Almeno quattro.

Due occasioni clamorose

Qui, però vogliamo soffermarci su un altro aspetto. E cioè le occasioni create e fallite dal Napoli. Che sono l’aspetto forse più evidente del mancato salto di qualità della squadra. Perché, ci perdonino i puristi, pur essendo stato surclassato sul piano del gioco, il Napoli due occasioni pure clamorose le ha costruite. E le ha mancate.

Si potrà discutere all’infinito dell’aspetto tecnico. Insigne che arriva con la falcata lunga. Zielinski che arriva su quel pallone con il passo sbagliato e invece di chiudere col sinistro – lui che è ambidestro – va col destro in scivolata e la butta sulla traversa. Un gol fallito in maniera clamorosa, che ha ricordato quello sbagliato da Vieri contro la Corea ai Mondiali del 2002: anche Bobone entrò in scivolata su un cross basso e la buttò al cielo.

Forse saremo fissati, però a nostro avviso è anche un problema mentale, di concentrazione. Di non essere preparati a quella evenienza. Nello schema mentale dei calciatori del Napoli – ci sbilanciamo, è la nostra ipotesi – c’era di essere soggiogati dall’Arsenal. La partita, nel primo tempo, è filata proprio come l’avevano immaginata. La loro paura si è vivificata.

Più che errori tecnici, distrazione mentale

Perché si può subire l’avversario, come accade ad esempio nella boxe, ma avere sempre un barlume di lucidità cui appigliarsi e sapere dentro di sé che alla prima occasione propizia ci si gioca la propria occasione. Essere pronti mentalmente a quella possibilità. Sentirla dentro di sé. Averla vissuta mentalmente decine e decine di volte. Così che, quando passa davanti, non si resta sorpresi e la si butta via come qualcosa che non era previsto.

Ripetiamo, non discutiamo qui dell’errore tecnico. Stiamo dicendo che se il Napoli avesse avuto un altro approccio mentale, un’altra consapevolezza di sé, quelle due occasioni non le avrebbe fallite. In quel pallone che gli stava arrivando sul suo piede preferito, in un modo anche propizio, Insigne avrebbe visto arrivare la sua occasione, il modo per gridare al mondo che anche lui è uno di quei calciatori che al primo pallone buono lo scaraventa in rete. Lo avrebbe visto arrivare al rallentatore e lo avrebbe scaricato alle spalle di Cech che in quell’occasione avrebbe potuto fare davvero poco.          

E sì, sarebbe stato un gol immeritato. Ma il calcio è pieno di gol immeritati. È il bello del futbol, anche se non tutti condividono. E invece Insigne si è trovato davanti a una scena che probabilmente non aveva ipotizzato e cui comunque non era pronto.

Ma non è una questione personale. È lo stesso Insigne, nel secondo tempo, a servire il pallone d’oro a Zielinski. Cross basso, teso, che supera Cech: in un’area senza calciatori dell’Arsenal, il pallone arriva a Piotr che deve “solo” gettarlo dentro. In un modo o nell’altro. Era il 70esimo. Zielinski ci è arrivato male, ha invertito i piedi. E ha sbagliato. Un errore, se possibile, più grave di quello di Insigne. L’evidenza che il Napoli non era pronto, non è pronto. Non ha dentro di sé la consapevolezza che, anche sul campo dell’Arsenal, prima o poi un’occasione la costruirà e quindi si farà trovare pronto. Perché ci sta pensando da giorni.

Sembra un’osservazione alla Catalano, forse lo è. Ma quei due gol sbagliati dicono più della prestazione paca degli azzurri. Dicono che quando sbagli gol così, vuol dire che non ci sei ancora mentalmente. Che non hai preso in considerazione che potesse avvenire. Successe anche a Liverpool. E non è un caso. Il pallone non finisce mai in rete per caso. Sia se quel gol possa essere considerato meritato sia che non possa esserlo considerato. È il gradino – gradone – che il Napoli deve provare a salire.     

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