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Quanto è cambiato il Napoli che a Empoli non ha paura di giocare senza Insigne e senza Mertens

Ci siamo abituati a continui cambiamenti di ruolo e di formazione. Milik, Younes, Verdi, Ounas: con le dovute differenze, quattro ex oggetti misteriosi

Quanto è cambiato il Napoli che a Empoli non ha paura di giocare senza Insigne e senza Mertens
Insigne e Mertens (Carlo Hermann / Kontrolab)

Le continue trasformazioni di Ancelotti

Ormai sembra passato un secolo dalle formazioni standard. Il Napoli si è decisamente proiettato in una nuova dimensione. I giornalisti hanno persino interrotto il conto delle diverse formazioni mandate in campo da Carlo Ancelotti. Il Napoli ha alternato tre portieri. Luperto ha giocato sia laterale a sinistra che centrale (con esordio in Europa). Maksimovic ha giocato la Champions laterale a destra con Albiol e Koulibaly. Non dimentichiamo che a Trento, in un’amichevole, Allan venne provato terzino: quello sì che fu un esperimento isolato. Ancelotti ha cambiato ruolo ad Hamsik prima che il capitano partisse per la Cina. Zielinski ha giocato in ogni ruolo di centrocampo. Così come Fabian Ruiz che da mezz’ala sinistra si è dovuto accentrare perché la causa chiamava. E lui ha obbedito, alla grande peraltro. Ci sono poi Insigne, Mertens, Verdi.

I quattro misteri (tre più uno) di inizio stagione

Il Napoli ha imparato a cambiare con disinvoltura. E ogni domenica, Ancelotti affronta un nuovo ostacolo e partorisce una nuova sperimentazione. Di Roma abbiamo scritto qui. A Empoli, domani sera, il Napoli per la prima volta potrebbe giocare senza Insigne e senza Mertens. È molto improbabile che Ancelotti rischi Insigne che venerdì si è fermato in allenamento per una contrattura. Nulla di grave, ma Insigne si era già fermato a Salisburgo. E la stagione è ancora lunga pur se non lunghissima. Mertens ha preso una botta a Roma e potrebbe aver bisogno di qualche ora in più per smaltire. Giovedì prossimo a Londra si giocherà Arsenal-Napoli che al momento è la partita più importante della stagione (quella di Liverpool è ormai il passato).

Nel frattempo, nel Napoli sono accadute e fiorite un po’ di cose. A luglio Ancelotti aveva preso in custodia un bel po’ di oggetti misteriosi: chi per motivi strettamente fisici, chi per motivi tattici. In un modo o nell’altro, il Napoli ha cominciato la stagione con quattro incognite: Milik, Ounas, Younes, Verdi. Nove mesi dopo, la situazione è cambiata.

Milik, su cui a luglio nessuno avrebbe puntato un soldo – ricordate il tormentone Cavani? – è oggi un centravanti che ha già segnato 19 gol in stagione, di cui 16 in campionato (uno ogni 113 minuti). Ora è facile dire: “lo avevo sempre detto”; era decisamente più complesso affidargli le chiavi dell’attacco sia pure in comproprietà con Insigne e Mertens. Milik era reduce da due infortuni gravi. Bisogna aspettarlo, concedergli fiducia. E infatti è sbocciato a dicembre. In due trasferte. A Bergamo e a Cagliari. Ha segnato due gol decisivi, ha dato al Napoli sei punti. A Cagliari ha fatto scoprire a tutti che sa anche calciare le punizioni. Da allora, non si è più fermato. Oggi è quinto nella classifica cannonieri senza aver ancor calciato un rigore.

Ounas non è il prototipo del calciatore affidabile ma è un calciatore cui Ancelotti ha concesso le sue chance. A volte le ha sfruttate, a volte no. L’ultima, in casa del Sassuolo, no. Ma è un calciatore integrato, il suo ingresso in gioco non è salutato come l’arrivo di un marziano. Ha segnato quattro gol. L’impressione è che nel complesso avrebbe potuto e dovuto sfruttare meglio le occasioni che gli ha concesso l’allenatore. Ma ritrovarselo in campo non farebbe balzare più dal divano.

Chi sembra aver superato Ounas nelle gerarchie di Ancelotti – e se non lo ha ancora fatto, è in fase di sorpasso – è Amin Younes. Altro capolavoro della gestione tecnica del Napoli. Nonché della direzione sportiva del club. Younes è un bel giocatore. Che ha fin qui vissuto a Castel Volturno una permanenza travagliata tra fughe misteriose e incidenti seri come la rottura del tendine d’Achille. Eppure siamo a inizio aprile e Younes è entrato in campo nelle ultime tre partite – una da titolare, contro l’Udinese – e ha segnato due gol. Non male. Non possiamo ancora dire che è una certezza, parliamo di un giocatore che la scorsa stagione l’ultima da titolare l’aveva giocata il 5 novembre 2017. È un giocatore di livello. Che ha anche cinque presenze nella Nazionale tedesca e diciotto in quella Under 21. Nessuno sui scandalizzerebbe nel vederlo domani sera titolare a Empoli.

Infine Simone Verdi. Di cui abbiamo scritto ieri. Probabilmente era considerato l’oggetto meno misterioso dei quattro. È il calciatore che più ha deluso, nonostante la buona prova di Roma. Anche lui, con ogni probabilità, come Ounas, le sue chance le ha fallite. Ha ancora il tempo per dimostrarlo. Le occasioni nel Napoli di Ancelotti passano con una certe frequenza.

Solo qualche mese fa, al pensiero di giocare una partita senza Albiol, Hamsik, Insigne e Mertens, sarebbe stato proclamato il lutto calcistico cittadino. Adesso invece la vigilia è serena e distesa come sempre.

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