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La doverosa autocritica napolista su Verdi (che però ora ci regali continuità)

L’assist per Milik dopo due minuti è la foto della spensieratezza con cui è sceso in campo. Ottimi i suoi dati nella corsa ad alta intensità

La doverosa autocritica napolista su Verdi (che però ora ci regali continuità)

Il gol a Torino e i venti minuti col Liverpool

Usciamo con le mani alzate, lieti di farlo. Finalmente Simone Verdi ci ha smentiti. Abbiamo atteso questa giornata dal 23 settembre, giorno di Torino-Napoli 1-3 quando l’ex calciatore del Bologna impressionò per qualità e quantità. Segnò, segnò un gol molto bello, un ampio triangolo con Mertens e un tiro sporco eppure efficace.

Per far comprendere quanto Ancelotti puntasse su di lui e lo tenne in considerazione, basta ricordare Napoli-Liverpool quando l’allenatore lo mandò in campo a metà secondo tempo al posto di Zielinski per cercare di segnare il gol vittoria. Poi, lentamente ma progressivamente e diremmo anche inesorabilmente, un declino inarrestabile. Certo si è messo di mezzo anche l’infortunio a Udine. Due mesi fuori, il rientro a fine anno col Bologna, da titolare. Male. Poi tanti altri scampoli di partita, tutti all’insegna dell’anonimato. Anche contro il Sassuolo altra partita in cui ha giocato dal primo minuto.

Sansone al contrario

Fino a Roma-Napoli. Dove Verdi è apparso un altro calciatore. Trasformato. Sansone al contrario. Non la sua forza bensì la sua debolezza è nei capelli. Una volta tagliati, quello che Mancini definì una mezz’ala, soprattutto un giocatore col fisico della mezz’ala, è apparso trasformato.

Nel vivo del gioco. Sempre pronto a inventare. Ad assumersi responsabilità, che è un concetto fondamentale nel gioco del calcio. In particolare in quello di Ancelotti, ma il discorso è generale. Ha toccato un sufficiente numero di palloni (42 per la Lega Serie A, 56 per whoscored.com), va considerato che è uscito a circa un quarto d’ora dal termine. È il calciatore che ha tirato di più verso la porta di Olsen, con due passaggi chiave di cui uno è da incorniciare. È uno di quei casi in cui le statistiche si incrociano con la realtà. E l’assist per Milik, dopo due minuti, è la fotografia della spensieratezza, della serenità con cui è sceso in campo Simone Verdi. Un cucchiaio delizioso che ha spinto Arkadiusz a non essere da meno, con un controllo di tacco, mezza piroetta e mazzata imparabile all’incrocio dei pali.

Non dimentichiamo, ovviamente, la clamorosa occasione che si è divorato nel primo tempo (anche se probabilmente il gol sarebbe stato annullato per fuorigioco) ma i gol, anche quelli incredibili come effettivamente era quello, si possono anche sbagliare.

La cura di Ancelotti e del suo staff è stata rigenerante per Verdi. C’è voluto tempo. Ma gli effetti si sono visti. Nella speranza che siano effetti prolungati nel tempo e non sia un altro lampo nel buio.

Il terzo del Napoli nella corsa ad alta intensità

Tra i dati forniti dalla Lega Serie A, quello che colpisce di più riguarda la velocità media ad alta intensità (concetto fondamentale che spiegarono al Napolista il preparatore atletico Francesco Mauri e il suo staff) . È risultato il terzo del Napoli dopo Callejon e Mertens. Segno che il calciatore è finalmente in salute. Ha percorso un chilometro ad alta intensità (più di Allan che ovviamente ha un altro passo e altre caratteristiche, e ieri non ha offerto una delle sue migliori prestazioni, e di Mario Rui).

Abbiamo lasciato in fondo il gol segnato, il gol del 3-1. Il gol che ha definitivamente chiuso la partita. È stato fondamentale segnarlo. Non era difficile ma una cosa parlarne e un’altra è farlo sul campo. Ed è una rete importante, per dirla alla Ancelotti, in ottica autostima. Che è centrale nel calcio e non solo.

Ancelotti aveva messo tutti in riga. Mancano sessanta giorni, siamo tutti sotto esame. Verdi deve aver ricevuto il messaggio. Ha approfittato della sua occasione. Ha approfittato dell’infortunio a Insigne e ha dimostrato che il Napoli può contare su di lui. Ora, però, non deve sparire altri cinque mesi. Nemmeno cinque giorni visto che da qui a domenica ci saranno altre due partite. Dovrà dimostrare di aver acquisito continuità. La concorrenza nel Napoli non manca, come dimostrano sia Ounas sia soprattutto Younes il vera frutto della cura e della pazienza di Ancelotti.

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