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Maurizio Criscitelli il sindacalista dei tifosi che combatte la burocrazia del calcio

Il presidente del Napoli Club Bologna che si batte contro le limitazioni nella vendita dei biglietti: «Nel rispetto dell’ordine pubblico. La tessera del tifoso non serve, basterebbe la tessera sanitaria»

Maurizio Criscitelli il sindacalista dei tifosi che combatte la burocrazia del calcio

Settori ospiti aperto, settore ospiti chiuso, tessera del tifoso sì, tessera del tifoso no, residenti o non residenti. Non siamo nella terra dei cachi ma capita sempre più spesso di imbattersi in limitazioni che rendono sempre più arduo poter assistere alla stadio a una partita di calcio. L’ultimo è stato il temporaneo impedimento agli stranieri di poter assistere dal vivo a Napoli-Juventus. Una novità assoluta nella pur fitta giungla di vincoli e cavilli che da anni affligge il calcio italiano. Per fortuna, alla fine ha prevalso il buon senso. E gli stranieri possono acquistare liberamente il biglietto del match di domenica sera. E ancora una volta a condurre la battaglia in difesa dei tifosi è stato Maurizio Criscitelli presidente del Napoli Club Bologna.

Tanta battaglie vinte con la logica

Possiamo definirlo un sindacalista dei tifosi. Si batte unicamente per difendere il diritto di assistere alle partite di calcio. L’uomo che apre gli stadi, lo definirebbe Nicholas Evans. Questo di pochi giorni fa è stato solo l’ultimo di una lunga serie di settori aperti grazie all’intervento di Maurizio che è un tifoso di professione ma “senza stipendio”(come lui stesso si definisce). Nel febbraio del 2016, in occasione di  Lazio-Napoli, riuscì ad avere la meglio giuridicamente sul Casms.

«La mia è una questione di principio, – spiega Criscitelli -, mi ha sempre dato fastidio l’equiparazione del tifoso, soprattutto quello delle curve, a un delinquente. Spesso dietro la chiusura delle curve c’era e c’è molta diffidenza ingiustificata. Abbiamo sempre vinto le nostre battaglie per il semplice motivo che nessuna determina del Casms favoriva realmente l’ordine pubblico, anzi talvolta lo peggioravano.

Noi collaboriamo con le forze dell’ordine, siamo diventati un punto di riferimento per loro. Ad esempio lo scorso anno a Ferrara abbiamo collaborato per spostare alcuni tifosi dal settore ospiti alle gradinate della Spal perché non c’era più posto. L’obiettivo è sempre quello di consentire di andare allo stadio a più persone possibile, sempre in serenità e senza violenza.

Spesso, come accaduto per la questione stranieri in vista di Napoli-Juventus, si è soltanto vittime di un eccesso di zelo da parte di qualcuno che non vuole assumersi le proprie responsabilità. Siccome in Italia abbiamo paura di mettere le cose nero su bianco e di assumerci responsabilità, si finisce col danneggiare i tifosi che vogliono soltanto poter andare allo stadio questione».

Col sindaco di Napoli Luigi de Magistris all’inaugurazione della nuova sede del Napoli Club Bologna

Proprio per questa infaticabile attività, il Napoli Club Bologna è diventato il punto di riferimento dei tifosi del Napoli sparsi nel mondo. Per Napoli-Juve Criscitelli ha ricevuto richieste dal globo: Siria, Iraq, Israele, El Salvador, Giappone, Canada, Nepal, Norvegia.

«Per Napoli-Juve c’è un gruppo di argentini che vengono a Napoli non per il Cristo Velato ma perché vogliono andare al San Paolo dove ha giocato Maradona. Non vengono per tifare una squadra o l’altra, ma solo per assistere ad un evento sportivo al San Paolo e non è possibile deluderli. Come se noi andassimo a Buenos Aires e non ci facessero entrare alla Bombonera».

Il Napoli Club Bologna

Il Napoli Club Bologna non è soltanto assistenza ai tifosi e battaglia contro la burocrazia del calcio. È anche sostegno continuo alla legalità, lotta alla camorra. Tante sono le iniziative sociali di Criscitelli e degli altri soci, come l’adesione al progetto “facciamo un pacco alla camorra” o ad esempio il sostegno agli sfollati del ponte Morandi in occasione di Sampdoria-Napoli. O, ancora, in occasione dell’amichevole Nizza-Napoli, l’organizzazione di una raccolta di vestiti e generi alimentari di prima necessita da destinare ai migranti bloccati a Ventimiglia. «Il club – spiega – è nato come momento di aggregazione per dare un segnale e supporto a chi viene da fuori e deve superare tanti disagi, per questo ci piace essere presenti dove ci sono disagi».

Criscitelli ci spiega l’iter istituzionale che viene seguito prima di stabilire eventuali limitazioni per i tifosi. «In linea teorica, sono le società – con un mese di anticipo – a dare indicazioni alla Questura sulle modalità di vendita che intendono adottare. A questo punto la Questura invia suggerimenti all’Osservatorio per le Manifestazioni Sportive che di solito prende una decisione. Se si tratta di una partita a rischio, l’Osservatorio chiede un’ulteriore verifica al Casms (Comitato sull’Analisi per le Manifestazioni Sportive), che emette una determina. In questo caso, per Napoli-Juve, l’intervento del Casms è stato peggiorativo: la decisione di aprire la vendita dei biglietti a tutti i residenti in Campania, porterà inevitabilmente ad avere spalla a spalla tifosi del Napoli e della Juve. Ad essere danneggiati sono stati i tifosi del Napoli residenti fuori regione, a differenza degli juventini residenti in Campania che potranno acquistare liberamente il biglietto per qualsiasi settore»

La tessera del tifoso è come quella del supermercato

Gli chiediamo dove nasce l’intoppo, dove si dovrebbe intervenire. .

«Il vero problema – spiega – è il meccanismo di emissione del biglietto. Il primo controllo è delegato all’essere umano che vende il biglietto, il tabaccaio o il rivenditore che per 40 centesimi deve controllare che il tifoso che vuole acquistare il biglietto abbia i documenti in regola. Quando l’Osservatorio dice “vietata la vendita ai residenti in Campania” era convinto che all’atto di emissione del biglietto fosse la macchina a bloccare i residenti, ma non è così. I dati vengono inseriti a mano. Se ne deduce che è facile sbagliare, per non dire imbrogliare. È impossibile controllare correttamente tutti i dati del biglietto al prefiltraggio, per esempio la date di nascita. Lo puoi fare nel settore ospiti ma non in curva B dove devi controllare migliaia di persone, dovresti aprire i cancelli a mezzogiorno».

Quindi, lo interrompiamo, la tessera del tifoso non risolve nulla?

«Esatto. La tessera del tifoso è come quella del supermercato. La soluzione sarebbe far acquistare il biglietto con il codice fiscale o con la tessera sanitaria. La tessera sanitaria identifica nome, cognome, data di nascita, regione e provincia di residenza».

La prima battaglia non si scorda mai.

«A Verona, nel marzo del 2014. Inviai una e-mail al Casms. Scrissi: “se il settore ospiti rimarrà chiuso, noi avremo la possibilità (ed unica alternativa) a norma di legge, di acquistare biglietti dei restanti settori dello stadio. Qualora, malauguratamente, dovessero verificarsi episodi di contatti, schermaglie o violenze tra le due tifoserie, non accetteremo che la responsabilità ricada, come sempre, sulla tifoseria napoletana”. Il settore ospiti venne aperto. Fu una grande soddisfazione. È sempre una soddisfazione, perché è sempre una battaglia tra Davide e Golia».

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