Fu Zinedine a sostituire Rafa a Madrid. E per i giornali è lui il favorito per la panchina dei Blues che intanto pareggiano 3-3 con la Primavera
Incubo di Rafa
Zinedine Zidane, ancora lui. Dopo Rafa Benitez, ecco Maurizio Sarri. A Londra sono convinti che il prossimo allenatore del Chelsea, che arrivi a campionato in corso oppure a fine stagione, sarà l’ex tecnico del Real Madrid. E dire che lì non fece tanto male. Da allenatore del Real Madrid, ha vinto tre Champions League (record di vittorie condiviso con Bob Paisley e Carlo Ancelotti), un campionato spagnolo, due Supercoppe Uefa, una Supercoppa di Spagna e due Coppe del mondo per club. Eccezion fatta per il naturalizzato Helenio Herrera, Zidane è stato il primo e unico tecnico francese vincitore della Champions League. È inoltre il primo e unico allenatore ad aver vinto tre edizioni consecutive della Coppa dei Campioni/Champions League.
Il finale di stagione
In teoria Sarri ha ancora tempo per invertire la tendenza. Se escludiamo l’impatto psicologico del 6-0 subito dal Manchester City, nessun traguardo – tranne la Premier – gli è ancora precluso. A cominciare dall’Europa League: domani giocherà l’andata dei sedicesimi di Europa League in Svezia, sul campo del Malmö. Poi ci saranno i match contro Manchester United negli ottavi di FA Cup, contro il City (ancora Guardiola) nella finale di Coppa di Lega e infine col Tottenham in campionato, intervallate dal ritorno con gli svedesi.
La squadra B fa 3-3 con la Primavera
E, come la legge di Murphy insegna, ci sono periodi in cui se qualcosa può andar male, andrà male. Le riserve dei Blues, che comunque avevano in campo giocatori del calibro di Giroud e Willian, hanno pareggiato 3-3 contro la Primavera. Olio sul fuoco per i giornali inglesi. Abramovich ieri ha assistito a gran parte della partitella mentre i giocatori che avevano perso all’Etihad Stadium facevano lavoro personalizzato. Ovviamente un pareggio contro la Primavera non può confermare o smentire il giudizio su un allenatore, né aiutare o meno una società ad esonerarlo ma è indicativo del momento nero che sta investendo squadra e tecnico.