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Fabian Ruiz, un sorso di Jungano 2014 di San Salvatore

Fabian Ruiz non è ancora un campione affermato, ha un talento decisivo ma non definitivo, ma è il prototipo del centrocampista moderno: come il vino di Peppino Pagano.

Fabian Ruiz, un sorso di Jungano 2014 di San Salvatore

Nuovi vini, nuovi calciatori

Nel mondo del vino, come nel mondo del calcio, non è poi tanto difficile farsi notare nonostante il mare magnum di nuove etichette e di calciatori che ogni anno vengono fuori da una bella annata fortunata o da una nidiata di talenti promettenti. Il difficile viene subito dopo. È necessario ripetersi e confermarsi ogni anno, crescere e migliorarsi ogni stagione con costanza e tenacia. Solo così si conquista il vero successo.

I tempi nell’uno e nell’altro caso sono certamente diversi. Se la carriera (quella vera) di un calciatore ha mediamente una durata di una decina d’anni, 12/15 al massimo per quelli di spessore, per chi fa vino la misura del tempo è almeno cinque volte tanto. Così se un giocatore azzecca una stagione giusta non sta facendo altro che prepararsi il terreno per sfide più importanti e significative, soprattutto per se stesso.

Per dirla con parole semplici, senza perderci in troppi rivoli, il Jungano di Peppino Pagano incarna, è proprio il caso di dire, quel rosso profumato e gustoso di grande sostanza che fa (quasi) sempre piacere ritrovare a tavola nel bicchiere: un aglianico cilentano figlio del nostro tempo con tanta materia, struttura e ciccia necessaria per stare in tavola, volendo, anche tutti i giorni. Non è dovuto al caso che sia così già da quasi dieci anni!

Fabian centrocampista moderno

Per Fabiàn Ruiz è forse prematuro parlare di un Campione con la ‘’C’’ maiuscola eppure ci piace l’idea di trovarci di fronte ad uno di quei calciatori sul quale quantomeno non è necessario mettere le mani avanti, anzi. È il prototipo del centrocampista moderno che tutti vorrebbero avere in squadra: è giovane, prestante, ha il fisico giusto e lunghe leve necessarie per arpionare la palla, ha personalità ed intelligenza tattica per ripartire e tagliare immediatamente in due il centrocampo avversario infilandosi tra le linee.

Ha di suo inoltre eleganza e classe – rivedi e rivedi il gol all’Udinese – che ne fanno un pezzo pregiatissimo dal valore inestimabile di questi tempi, un bonus che con i tempi giusti ne farà un campione assoluto. È punta di diamante di una generazione tutta da scoprire ma che già strappa applausi e conquista critici e tecnici a destra e manca che lo considerano una delle maggiori promesse del calcio spagnolo.

Le porte del Cilento

Così è stato il Jungano di San Salvatore sin dal suo esordio sul mercato una decina di anni fa, un vino assolutamente contemporaneo, di prorompente vivacità, immediato, di quei rossi che non hai bisogno del manuale d’istruzione per capirci qualcosa. Splendida l’azienda messa su da Peppino Pagano a Giungano, la porta sul Cilento, in provincia di Salerno. Uomo vulcanico, ristoratore, albergatore di successo, poi allevatore di bufale prima e di viti poi. Produce anzitutto Aglianico ma anche Fiano e Greco; predica agricoltura sostenibile; coltiva in biologico; sogna una campagna autentica a misura d’uomo. I suoi vini sono quel giro di serratura che mancava alla nostra Campania per spalancare le porte su questo sorprendente pezzo di terra appena sopra Paestum.

Ci beviamo quindi un rosso di carattere che regala una bevuta di spessore e lungamente piacevole ma che sa toccare le corde emozionali giuste, connubio perfetto ripensando anche quel tiro mancino a giro di Fabiàn al Genoa, decisivo ma non definitivo, comunque tanta tanta roba. In attesa che anche il suo talento diventi stoffa da campione, non resta che goderceli.

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