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Un tifoso scrive su Vice: «Avvilito dall’atteggiamento di connivenza della mia Juventus»

«L’atteggiamento generale del mondo Juventus è quello per cui il fine giustifica sempre i mezzi, che conta solo vincere. È ora di finirla con questa roba».

Un tifoso scrive su Vice: «Avvilito dall’atteggiamento di connivenza della mia Juventus»

Una lettura realistica

La stragrande maggioranza dei tifosi della Juventus ha reagito al servizio di Report come se fosse un attacco diretto alla Juventus. Basta rileggere i commenti ai post del Napolista inerenti la trasmissione di Raitre, o fare un giro su Twitter. C’è una voce fuori dal coro, però. È quella di Niccolò Carradori, contributor di Vice News che ha scritto un pezzo dal titolo eloquente: “Dopo la puntata di Report, è ora di farsi qualche domanda sulla Juventus”. Il sottotitolo, forse, è ancora più autoevidente: “Non “perché quando c’è un problema indagano noi?”, ma: “perché quando c’è un problema ci siamo in mezzo sempre noi?”.

L’autore del testo si dichiara juventino. Anzi, di più: «Sono gobbo da 6000 generazioni». Però subito dopo aggiunge: «È ora di finirla con questa roba. Cominciando, ad esempio, col togliere gli scudetti revocati dalla tettoia dello stadio». Il punto è proprio questo: la Juventus, o comunque il tifoso juventino in generale, si sente accerchiato, costantemente attaccato. Mentre gli altri… Da qui il nostro riferimento al sottotitolo del pezzo di Vice, che ci sembra centri perfettamente questo punto, in maniera realistica.

Cos’ha fatto Report

Carradori, prima di tutto, contestualizza il senso della trasmissione e del servizio di Report. Leggiamo: «Il reportage di Federico Ruffo, più che una bomba-scoop giornalistica, è un ottimo approfondimento, con molti dettagli che rendono ancora più cupa la vicenda. Ma in realtà, per come era stata presentata la puntata, si è rivelata una mezza delusione che non sposta di molto il quadro generale fornito dai quotidiani al tempo dello scandalo Alto Piemonte. Con un processo penale già arrivato al secondo grado di giudizio, e uno sportivo terminato con pena definitiva a tre mesi di deferimento per Andrea Agnelli».

«Il quadro che ne esce è chiaramente desolante, e mette bene in risalto il livello di distopia raggiunta da una parte del tifo organizzato e la connivenza rassegnata e le mancate denunce da parte di esponenti della Juventus. Ma non ci troviamo di fronte a nessuna bomba in grado di sconvolgere il campionato italiano, quando fra i tifosi c’era già chi ipotizzava una nuova retrocessione per la Juve».

L’atteggiamento del tifoso

Dopo, però, Carradori inizia a parlare di sé. E secondo noi descrive l’atteggiamento che il tifoso dovrebbe tenere quando certe vicende coinvolgono la sua squadra: «Da juventino, comunque, rimane un inalterato amaro in bocca. Report mostra fin troppo bene quanto alcuni dipendenti della Juventus fossero in contatto amichevole e diretto con determinati personaggi, arrivando addirittura a violare il sistema di sicurezza pur di agevolare le condotte non consentite degli ultras».

È il rifiuto del benaltrismo: «Ora, la logica di molti tifosi juventini è la seguente: ci accollano totalmente il peso di un problema come quello del ricatto degli ultras organizzati—che riguarda molte società e non solo noi— perché siamo una società antipatica e vincente, e vogliono metterci i bastoni fra le ruote. “C’è sempre un accanimento mirato”».

«Che il problema travalichi il singolo caso della Juve è sicuramente vero, ma forse è arrivato il momento di chiedersi quanto sia ottuso cercare di spostare sempre il focus dell’attenzione. Anche se la prassi del ricatto ultras e della connivenza riguardasse molte altre società italiane, questo non assolverebbe per osmosi tutti i comportamenti ambigui e di omertà tenuti dalla Juventus. È lo stesso discorso che vale da 12 anni a questa parte per Calciopoli: anche assumendo che determinati comportamenti tenuti da Moggi e Girando fossero la prassi per altri dirigenti, questo non toglie che fossero sbagliati. Non esiste l’assoluzione per “diffusione di reato».

Chiusura amara

Abbiamo già riportato parte della chiusura del pezzo, prima. Ma vogliamo rifarlo. È una lettura che merita, per l’amarezza di fondo e l’assoluto realismo. Leggiamo: «Io personalmente, dopo tutti questi anni, comincio ad essere un po’ avvilito. Specialmente dall’atteggiamento generale della Juventus: il fine giustifica sempre i mezzi. Conta solo vincere, noi guardiamo solo ai nostri successi sul campo, tutti ci invidiano, bla bla bla. Che per carità, in parte è sicuramente vero: metà del pubblico di Report letteralmente sperava che il coinvolgimento della Juve nella vicenda fosse molto più pesante, e che si configurasse uno scandalo in grado di indebolirla. Ma non è questo il punto. Noi vogliamo anche negare gli errori. Io sono un gobbo da 6000 generazioni, ma diciamoci la verità: è ora di finirla con questa roba. Cominciando, ad esempio, col togliere gli scudetti revocati dalla tettoia dello stadio».

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