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Emery ha scrostato Wenger dall’Arsenal: dieci vittorie di fila e il calcio più bello della Premier

I gol dell’Arsenal sono diventati virali sul web, per bellezza oggettiva. Il progetto di Emery è solo all’inizio, ma i risultati e il gioco dei Gunners sono già eccellenti.

Emery ha scrostato Wenger dall’Arsenal: dieci vittorie di fila e il calcio più bello della Premier

L’oggettività del bello

Al di là dei gusti personali, ci sono delle cose del calcio che sono oggettivamente belle. Che, in qualche modo, restano impresse nella memoria collettiva. In questa galleria, ultimamente, l’Arsenal di Emery è una presenza costante. I Gunners stanno praticando un gioco davvero gradevole, ma la notizia più importante non è questa, piuttosto riguarda le 10 vittorie consecutive (7 in Premier) conquistate nelle ultime 10 partite. È una questione composita: un calcio oggettivamente bello che porta a grandi risultati. Anche quelli sono oggettivi.

Ieri sera, l’Arsenal ha pareggiato con questo gol di Ozil la partita contro il Leicester. È un gol tipico del calcio di Emery, recupero palla e transizione immediata, velocissima, con tanti uomini a (ri)attaccare la metà campo avversaria. In un articolo di Rivista Undici, le idee tattiche del tecnico basco vengono raccontate così: «Lo stile di gioco verticale di Emery è storicamente piuttosto diverso da quello più cerebrale di Wenger, ed è caratterizzato da una pressione molto più alta. La sostanziale assenza di ali nella rosa a disposizione portava a interrogarsi sull’efficacia del 4-2-3-1 di Emery, mentre pure era da verificare la propensione di giocatori come Emery e Ozil ad inserirsi in un sistema di aggressione molto più intenso. Per ora, l’Arsenal ha giocato sempre nello stesso modo col pallone tra i piedi, e nelle ultime gare Emery ha pure dato continuità agli interpreti: Xhaka e Torreira in mezzo, con (da destra verso sinistra) Ozil, Ramsey e Aubameyang dietro Lacazette».

Ragionare con la velocità

La descrizione che abbiamo riportato spiega tutto, anzi tra le righe individua pure le criticità dell’organico di Emery. Non ci sono grandi palleggiatori, allora il pur ricercato gioco di possesso diventa elementare, cerca di raggiungere velocemente gli elementi più creativi. Un meccanismo che, ovviamente, diventa più funzionale e pericoloso a campo aperto. Quindi, dopo un recupero palla. Ma che può funzionare anche quando i corridoi verticali vengono esplorati bene anche in situazione di costruzione bassa. In questo senso, il terzo gol realizzato ieri sera è un esempio calzante.

L’importanza del passaggio che taglia le linee

Le scelte di Emery hanno privilegiato e stanno privilegiando i calciatori di maggior talento. Se a inizio stagione il 19enne Guendouzi era schierato come equilibratore di centrocampo, ora al suo posto c’è Lucas Torreira. Come dire: prima il periodo di adattamento tattico e psicologico, poi il lancio in grande stile. Un lavoro progressivo che ha premiato l’allenatore basco: nei 548 minuti con Torreira in campo, l’Arsenal ha fatto venti gol e ne ha subiti tre; nei 442 giocati senza l’ex centrocampista della Sampdoria, i gol fatti sono nove e quelli concessi dieci.

Emery ha costruito strada facendo un equilibrio tattico e gerarchico, per cui oggi i giocatori più creativi vanno in campo a inventare calcio in posizioni non abitualmente occupate durante la carriera (Ozil e Aubameyang non sono propriamente dei “finti esterni” ); allo stesso tempo, però, il rendimento della squadra non risente di queste intuizioni rischiose, la difesa tiene bene e l’attacco offre un grande rendimento, anzi la capacità di sviluppare gioco di qualità è aumentata in maniera progressiva, ed esponenziale. Le due azioni che abbiamo visto sopra non sono dei casi isolati nella stagione dell’Arsenal. Anzi, i Gunners hanno saputo fare anche di meglio:

Ha sostituito il modello Wenger

A inizio stagione, la condizione di Emery non era facile. Dopo l’esperienza negativa di Parigi, si è ritrovato a gestire l’eredità pesante di Wenger, e l’insofferenza di un pubblico diviso tra la gratitudine per il manager francese e la voglia di cambiare registro dopo vent’anni. Forse anche per questo l’ex tecnico del Siviglia ha scelto una strada rischiosa, radicale: il gioco che ha caratterizzato per vent’anni l’Arsenal è stato scrostato dai muri dell’Emirates, sostituito da un modello più diretto, diversamente offensivo. Una scelta funzionale ad un organico forse lontano da quello del Manchester City e del Liverpool, eppure ricco di qualità. Si pensi a Lacazette e Aubameyang, abbiamo già parlato di Ozil e Ramsey, ci sono anche Mkhitaryan, il bravissimo Bellerin a destra, Iwobi e Nacho Monreal.

L’Arsenal può legittimamente coltivare l’ambizione di tornare in Champions dopo due anni. In questo momento è al secondo posto in classifica a pari punti con Chelsea e Tottenham, due lunghezze sotto Guardiola e Klopp. Il calendario è stato amico dei Gunners, sconfitti dal City nel match d’apertura e poi dal Chelsea al secondo turno. Già allora, a Stamford Bridge, iniziarono a vedersi i primi segnali di una squadra con ampie potenzialità: il 3-2 finale della squadra di Sarri fu un risultato bugiardo, soprattutto perché i Gunners divorarono letteralmente almeno tre clamorose occasioni da gol. In questo caso, “clamorose” è un termine addirittura riduttivo rispetto al reale peso degli errori commessi.

Tantissime palle gol

Dopo i primi due passi falsi, i Gunners hanno battuto West Ham, Cardiff, Newcastle, Everton, Watford, Fulham e Leicester. Ora affronteranno il Crystal Palace, poi sarà la volta del Liverpool e del Manchester United. Emery sosterrà a breve i suoi esami di maturità, qualora dovesse superarli, non sarebbe eccessivo immaginare l’Arsenal in lotta per il titolo. Dipenderà anche dalla condizione delle squadre favorite. Ma l’impressionante qualità del gioco e il fatto che il percorso di Emery sia solo all’inizio, rappresentano una garanzia per il resto della stagione.

Contemporaneamente, Emery sta giocando anche nel suo playground preferito, quello dell’Europa League. Ai tempi di Siviglia, tre successi in fila (2014-2016). Anche in campo internazionale le contender non mancano, a cominciare dal Chelsea di Sarri. Finora, però, sono arrivati solo successi anche nei match del giovedì, uno di questi nella scomoda (eufemismo) trasferta azera, in casa del Qarabag. Molto spesso, l’inizio di un nuovo progetto calcistico si porta dietro la solita retorica del “tempo da concedere” al nuovo allenatore, qui Emery sembra essere riuscito a fare dell’Arsenal il “suo” Arsenal. E a raggiungere risultati importanti e una cifra estetica assoluta. Sarà interessante, anzi proprio divertente, capire fin dove può arrivare il magic moment dei Gunners, da tempo alla ricerca di nuovi stimoli, nuove sensazioni. Forse è arrivato l’uomo giusto.

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