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Ronaldo, la Juve e il rumore dei nemici: temono il complotto politico dell’Uefa

Corsera e Repubblica raccontano lo stato d’animo di Ronaldo, che si sente perseguitato. Un discorso politico che riguarda anche la Juventus.

Ronaldo, la Juve e il rumore dei nemici: temono il complotto politico dell’Uefa

Rassegna stampa

Repubblica Corriere della Sera dedicano l’apertura della sezione Sport al caso-Ronaldo. Dopo il day after che doveva – necessariamente, giustamente – essere dedicato all’ottima prova della Juventus, vincente in dieci su un campo difficile, ora è arrivato il momento di parlare di un’espulsione clamorosa, enorme per il suo impatto mediatico. Certamente controversa, forse eccessiva.

Da qui parte l’analisi del quotidiano romano, che ne fa una questione della psiche, prima di tutto: «Cristiano ha bisogno di un cerchio d’amore, di parole dolci e rassicurazioni, di un cordone sanitario che lo faccia sentire al sicuro perché quando c’è qualcosa che non va – e l’espulsione di Valencia non gli andava proprio – fa fatica a sostenersi da sé. È come se la sua superumana sicurezza, ostentata coi gesti e gli atteggiamenti, si sbriciolasse di colpo».

Sempre per Repubblica, l’emotività del fuoriclasse portoghese è «una debolezza non nuova, capita che abbia reazioni quasi infantili. Ha una parte di sé che controlla a stento, forse dovuta alla gioventù difficile (la famiglia povera, il padre alcolizzato, il fratello drogato) che l’ha convinto di avere il mondo contro».

Il complotto

Il centro del pezzo è proprio questo: Ronaldo si sente vittima di un complotto. Leggiamo: «Chi gli sta vicino sostiene che attualmente Cristiano sospetti che alle sue spalle stia tramando l’Uefa (per invidia? per fare un favore al vendicativo Perez? perché è ora di abbattere i vecchi totem?) e che quindi il premio al giocatore dell’anno consegnato a Modric e non a lui e l’espulsione del Mestalla siano due fasi dello stesso complotto».

Anche questa non è una novità: «Ronaldo si disse perseguitato anche dall’Hacienda, il fisco spagnolo, con cui ha dovuto patteggiare una multa di 16 milioni e due anni di galera, e persino dai palazzi del calcio iberico: “l’anno scirso urlò “Questa si chiama persecuzione!” dopo i cinque turni di squalifica rimediati per il rosso in Supercoppa contro il Barcellona, a cui mise vicino lo spintone all’arbitro».

La Juventus tra Italia ed Europa

Anche il Corsera parla di complotti, ma lo fa da un punto di vista politico decisamente più ampio, che coinvolge anche la Serie A: «C’è qualche perplessità dentro la Juventus. Per la leggerezza commessa da un campione d’esperienza come Cristiano, ma anche per il record di espulsioni in Champions. 26, mai nessuno come i bianconeri. E siamo a tre di fila, considerando quelle di Dybala e Buffon contro il Real Madrid tra andata e ritorno. Anche per il portiere fu il primo rosso della carriera. Un altro primato, a cui si aggiunge  anche l’espulsione di Douglas Costa contro il Sassuolo per lo sputo a Di Francesco».

Situazioni distanti, che però stimolano alcune domande-considerazioni del quotidiano milanese: «La prima: la Juve ha un peso politico inferiore al Real Madrid nel quale giocava Ronaldo e di conseguenza il portoghese deve tenere conto anche di questo nella sua nuova avventura? Allegri dribbla la risposta, e con diplomazia si limita a ripetere che servirebbe la Var. Aggiungendo che non intravvede una volontà politica nel fatto di non inserire il videoarbitraggio in Champions. A capo degli arbitri Uefa adesso c’è Rosetti, al posto di Collina: il suo primo atto è stato quello di mandare un fischietto che ha pur sempre diretto una finale di Champions, quella tra Juve e Real (2017). Peccato che anche allora Brych penalizzò i bianconeri, ammonendo ad esempio Dybala dopo solo 12’».

Infine, come detto, anche il Corsera scorge una differenza tra Europa e Italia: «Prima di sciogliere il nodo politico sarà forse meglio cambiare certi parametri in Serie A, dove alcuni falli bianconeri sono oggettivamente più tollerati che in Champions».

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