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Il Fatto: la Juventus sancisce lo strappo sui tappetini, chiede più soldi e si sente al di sopra delle regole

«La Juventus vuole dominare anche fuori dal campo, allora si sente di poter ignorare il contratto stipulato dalla Serie A con il main sponsor Tim».

Il Fatto: la Juventus sancisce lo strappo sui tappetini, chiede più soldi e si sente al di sopra delle regole

Un lungo tiramolla

Da un mese va avanti la faida Juventus-Lega Serie A sui “tappetini” sponsor accanto alle porte. Di solito sono riservati al main sponsor della Serie A (Tim ha rinnovato il suo contratto proprio quest’anno), ma la Juventus ha deciso di venderli singolarmente. Secondo Il Fatto Quotidianoil club bianconero considera quello spazio come «a prosecuzione dei cartelloni a bordo campo, e vuole gestirli da sé».

Il pezzo del Fatto, però, va oltre la semplice questione della sponsorizzazione, va più in profondità, scava nei rapporti di forza interni al nostro movimento. Leggiamo: «La Juventus vuole dominare anche fuori dal campo: ignora le regole, straccia i contratti, si comporta da padrone del pallone italiano, trattato come uno zerbino. Anche perché i famosi tappetini valgono 15 milioni di euro. Il club bianconero, casualmente subito dopo aver comprato Cristiano Ronaldo, ha deciso di meritare più soldi. E quindi ha puntato lo spazio sponsor accanto alle porte dello Stadium».

Lo strappo

Alla prima partita casalinga contro la Lazio, si è arrivati allo strappo: accanto alle due porte, non c’era il logo della Tim, ma una grande scritta “Juventus”. Una provocazione, un modo per segnare il territorio e ribadire di essere al di sopra delle regole: quello spazio è loro. Per il momento solo un uso “corporate”, per lanciare un segnale alla Lega, in futuro si vedrà: potrebbero rivenderli singolarmente, oppure inserirli nel pacchetto del loro main sponsor, che in questa maniera varrebbe molto di più».

Come detto sopra, il è il principio ad essere significativo, più che il fatto in sé. La Juventus vuole far fruttare l’investimento-Ronaldo, solo che in questo modo mette a rischio il contratto con Tim. Un comportamento che, secondo il Fatto, «mette a rischio credibilità e sostenibilità di tutto il sistema. È un po’ lo stesso discorso dei diritti tv: è chiaro che i tifosi pagano soprattutto per vedere i big match, ma un campionato è fatto di 20 squadre e non può fare a meno delle altre. Per questo i ricavi andrebbero vanno divisi fra tutte, e una ripartizione più democratica (sul modello Premier League) è forse l’unico modo per aumentare la competitività e far crescere il livello del nostro campionato».

Il pezzo si conclude proprio su questo punto, cita la riforma Lotti per i diritti tv, entrata in vigore un po’ annacquata rispetto alla prima stesura. La Juventus uscirà leggermente ridimensionata dalla nuova ripartizione dei proventi tv, ma la distanza è ancora ampia con il resto della Serie A. L’obiettivo, anche rileggendo la vicenda-tappetini, è quello di allargare ancora di più il gap. Anche con strategie poco ortodosse, evidentemente.

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