Una serie di statistiche spaventose, tra cui 7 palloni recuperati e 5 occasioni da gol create: da un anno e più, Allan è tutto questo e anche molto altro.
Due su due
Non abbiamo scritto di Allan dopo Lazio-Napoli, ora siamo costretti a farlo. È una questione di rendimento assoluto, ed il fatto che il brasiliano abbia ripetuto una prestazione mostruosa anche al San Paolo è un po’ la metafora dell’atteggiamento snob che si è solito avere nei suoi confronti. Che avevamo anche noi, prima di iniziare la stagione. In uno dei longform sull’arrivo di Ancelotti, scrivevamo:
Ci sono dei dubbi su alcuni elementi dell’organico: Hysaj, Mario Rui, Allan, per restare al tronco titolare. Ecco, questi sono gli uomini che si sono giovati di più dal sistema di Sarri. Che hanno raggiunto certi standard di rendimento per merito del contesto più che dalla loro forza. Sono i calciatori meno dotati, e quindi più a rischio in questa transizione.
Ecco, questa è una valutazione che si è rivelata errata. Perché, al di là e al netto della linea di continuità che unisce il Napoli di Sarri a quello di Ancelotti, Allan si sta rivelando per essere qualcosa in più. È un discorso di numeri e di impatto sul gioco del Napoli. Dopo Lazio-Napoli, una delle immagini più ricondivise sui social fu l’esultanza dell’ex Udinese per un contrasto vinto durante i minuti di recupero del secondo tempo, intervento in tackle riuscito ed esultanza stile gol. Cose che accendono gli animi dei tifosi, ma che possono anche incorniciare un singolo momento all’interno di una prestazione anonima – non è andata così, era per dire.
Ieri sera, invece, ci sono cifre di peso: 88 palloni giocati, 4 conclusioni tentate, 93% di passaggi riusciti (59), 7 palloni recuperati e 5 occasioni da gol creati, con 4 dribbling riusciti. Un mostro.
Oltre il gol
C’è anche l’assist per il gol di Mertens, frutto di una lettura avanzata. E in questo caso, il termine “avanzata ha valore multiforme: è una lettura offensiva, un attacco del mezzo spazio fatto all’80esimo minuto, in un corridoio difficile (tra mezzala, centrale e terzino del Milan) indovinato perfettamente da Diawara. Farlo dopo una partita così vuol dire essere (diventato) un calciatore completo, sensibile, reattivo rispetto a tutte le situazioni che scorrono in campo davanti ai tuoi occhi. Poi, il tocco in mezzo per Mertens: forte, preciso, non banale neanche questo. Certo, il tiro di Dries è bello rischioso, è un gol che si deve fare. Dries lo fa, ma Allan ha confezionato un cioccolatino.
Il gol del 3-2
Allan, però, è un calciatore talmente migliorato che questa parte del suo calcio è ormai laterale. Tutto quello che ha fatto durante la partita è addirittura più importante, emotivamente e tecnicamente più impattante rispetto alla giocata che ha determinato il risultato. È una condizione strana, quella di Allan: è un giocatore che ormai non ci sorprende più, o meglio che aggiunge qualcosa di più a sé stesso per ogni partita in modo che possa sorprenderci di nuovo. L’anno scorso abbiamo spesso scritto del suo miglioramento complessivo, del fatto che fosse diventato un calciatore imprescindibile per il gioco di Sarri, che Zielinski era rimasto giustamente ai margini rispetto all’undici titolare perché questo Allan non lo puoi togliere.
Pensavamo che l’addio di Sarri ridimensionasse la sua figura, solo che Allan è diventato talmente forte che non c’è modo di ridimensionarlo. Anzi, è lui che si espande partita dopo partita. Tanto che parlare di un calciatore naturalmente così forte, e non dentro un periodo di grazia, diventa obbligatorio. Il suo rendimento assoluto è la regola, non è più l’eccezione. Il Napoli ha preso Fabian Ruiz e spostato Hamsik mediano davanti alla difesa, ha quattro mezzali per cui Rog è il calciatore con il valore assoluto più basso e davanti a lui ci sono tre potenziali titolari in tutte le squadre di Serie A. Tutte, Juventus compresa: Fabian Ruiz, Zielinski, Allan. Il primo ha il valore prospettico per poter diventare un crack, il secondo – proprio da ieri sera – ha imboccato una certa strada. Sul terzo, non ci sono quasi più dubbi. Allan è davvero forte, forse molto più di quanto potevamo credere, e sperare.