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Strappo politico di De Laurentiis, può essere il punto di non ritorno tra il Napoli e il Comune

Il presidente taglia gli abbonamenti (una formula che non ha mai amato) e addossa le responsabilità al Comune. Uno scontro vissuto sulla passione dei tifosi

Strappo politico di De Laurentiis, può essere il punto di non ritorno tra il Napoli e il Comune
De Laurentiis e de Magistris

Strappo ufficiale

È certamente uno strappo. Rischia di essere anche un punto di non ritorno nei rapporti tra il Calcio Napoli e l’amministrazione comunale. Aurelio De Laurentiis ha annunciato che per la stagione 2018-2019 non sarà indetta alcuna campagna abbonamenti.

Nel comunicato, il Napoli ha motivato la decisione unicamente con l’incertezza dei lavori in corso al San Paolo in vista delle Universiadi.

Nonostante l’inizio delle Universiadi sia prevista per l’estate 2019, alla SSC Napoli non è stato comunicato né il cronoprogramma dei lavori (non sono note né la data di inizio degli interventi, né la durata degli stessi), né, tantomeno, il progetto che le competenti amministrazioni intendono realizzare. A causa del totale stato di incertezza descritto, al fine di evitare disagi ai tifosi, la SSC Napoli ha ritenuto opportuno non avviare la Campagna Abbonamenti per la stagione 2018/2019.  

Una formula che De Laurentiis non ha mai amato

In sintesi: niente abbonamenti per colpa del Comune di Napoli. Il messaggio politico è chiaro. È uno strappo ufficiale dopo anni di schermaglie. Ci sono due dati che non possono non essere evidenziati: De Laurentiis non ha mai amato gli abbonamenti, è una formula che non gradisce. E il secondo è che Napoli registra da anni un numero bassissimo di abbonati, tra i più bassi della Serie A. Al punto che proprio sul Napolista Stefano Valanzuolo ha scritto dell’abbonato del Napoli come un animale in via di estinzione. Sempre più spesso, nelle ultime stagioni, il costo dell’abbonamento superava quelle delle singole gare del campionato.

L’impressione è che De Laurentiis abbia colto la palla al balzo. Ha rotto una tradizione calcistica che non gli è mai piaciuta e allo stesso tempo ha sancito una rottura con il Comune di Napoli cui ha addossato le responsabilità per la mancanza di un programma di lavori che a oggi non esiste e rende impossibile stabilire i tempi di chiusura dei settori. Ovviamente, volendo, e con un po’ di pazienza da parte degli abbonati, si sarebbe potuto raggiungere un compromesso. A questo punto è evidente che il compromesso non era l’obiettivo del Calcio Napoli. Al momento, le uniche vittime di questo scontro sono i tifosi del Napoli, o comunque quei tifosi abbonati (o intenzionati ad abbonarsi).

Una rottura ormai ufficiale

Veniamo da un’estate in cui De Laurentiis ha dichiarato di voler realizzare lo stadio di proprietà non nel Comune di Napoli. Manca ancora la firma della convenzione per l’usufrutto dello stadio. Il Comune ha formulato una proposta quinquennale, De Laurentiis per ora non ha accettato. Ne è seguito uno scambio di battute, con l’assessore Borriello che ha tirato in mezzo l’acquisto del Bari («Se ha i soldi per il Bari, li ha anche per pagare lo stadio»).  C’è stato, inoltre, lo scontro per i lavori in corso per la pista di atletica leggera. Proprio oggi, manco a farlo apposta, Borriello ha annunciato che i lavori saranno conclusi martedì prossimo e ha condiviso le foto della pista senza più il cantiere.

Da oggi il rischio che il San Paolo nel giro di qualche anno non sia più la casa del Napoli, è decisamente più alto. Mentre, duecento chilometri più in là, a Bari, la sintonia tra il neo presidente della Bari e il sindaco della città (Decaro) sembra essere totale.

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