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Repubblica: il tesoretto in panchina, quattro giocatori (da 64 milioni) per 2492 minuti in campo

Lo scarso utilizzo di Maksimovic, Rog, Diawara e Ounas è uno dei fattori che allontana di più Sarri e De Laurentiis. C’è in gioco la panchina del Napoli.

Repubblica: il tesoretto in panchina, quattro giocatori (da 64 milioni) per 2492 minuti in campo

L’articolo di Repubblica Napoli

«Una cosa che non è piaciuta tanto a De Laurentiis». Scrive così, Repubblica Napoli, dello scarso turn over applicato da Sarri. Una scarsa politica di rotazioni, riferita soprattutto a quattro degli acquisti più prospettici conclusi dal Napoli nelle ultime due stagioni, sempre o quasi relegati in panchina. Si tratta di Amadou Diawara, Marko Rog, Adam Ounas e Nikola Maksimovic (da gennaio in prestito allo Spartak), il cui minutaggio in campo supera di poco quello di Zielinski: 2492′ contro i 2251′ del polacco.

Il quotidiano partenopeo ne fa una questione di prezzi e tesoretti: 64 milioni di euro. E scrive: «Un capitale che non è stato valorizzato nel corso di questa stagione ma anche di quella precedente
considerando che Diawara, Rog e Maksimovic rappresentano l’eredità del post Higuain. E rispetto alla scorsa annata hanno avuto addirittura una flessione. Il caso di Diawara è eloquente: è arrivato dal Bologna con le stimmate del predestinato e l’ha dimostrato al suo esordio in maglia azzurra: 1788 minuti collezionati nel 2016/2017 con una serie di maglie da titolare “pesanti”: il Real Madrid per ben due volte, ma anche la Juve e l’Inter in campionato. È sceso, al momento, a 1279. Ha sicuramente pagato la grande stagione di Jorginho nel suo ruolo, ma è stato protagonista soltanto in Champions — la competizione in cui è stato schierato con maggiore continuità — mentre in campionato è stato considerato prevalentemente un comprimario».

Repubblica esamina questa situazione raccontando anche la stagione degli altri tre calciatori. E spiega come lo scarso utilizzo di questi quattro elementi sia «una delle divisioni più forti tra De Laurentiis e Sarri». Vedremo se questa distanza sarà incolmabile nella ridiscussione del rapporto di lavoro, quindi del futuro della panchina del Napoli. Quella dell’allenatore, quella dei giocatori.

 

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