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Posta Napolista / Ancelotti, un alieno a Napoli: non mi spiego il suo arrivo

La lontananza culturale e calcistica di Ancelotti rispetto al Napoli e al suo ambiente: potrebbe avere difficoltà di adattamento, e di rapporti con i tifosi.

Posta Napolista / Ancelotti, un alieno a Napoli: non mi spiego il suo arrivo

Cancellare Sarri

Ancelotti come Benitez. Anzi oltre. La mossa del presidente Aurelio De Laurentiis è stata vincente. Sotto ogni punto di vista. Ha cancellato in un solo colpo la figura del “maestro” Sarri, il filosofo eretico del calcio posizionale e del pressing a 100 all’ora. Che nell’ultimo match al San Paolo ha mostrato la stessa sensibilità dell’arbitro Oliver. Ma perseguire “l’idea” significa una sterilizzaizone umana ed affettiva (il caso Maggio). Presente come un macigno all’interno dello spogliatoio del Napoli, al netto delle favole pregne di armonia ed amicizia raccontate dalla stampa per tre anni.

Amato da chi gioca, odiato dal resto. Diventato inviso anche ad i suoi collaboratori che hanno preferito legarsi al Napoli, piuttosto che rimanere con lui. Separato in casa con lo staff medico dopo il richiamo di responsabilità al secondo infortunio di Ghoulam.

Uno spartiacque

L’avvento di Ancelotti al Napoli, segna necessariamente uno spartiacque tra il prima ed il dopo. Ancelotti è l’allenatore più vincente che abbia mai abitato la panchina del Napoli. Un Nereo Rocco 4.0. Per un allenatore del genere sarebbe stato impensabile, per motivi diversi, venire a Napoli prima di Maradona ed anche con Maradona. Ad oggi mi sfuggono i motivi che abbiano portato Ancelotti sulla panchina del Napoli.

Timore di rimanere fermo un altro giro? Timore di uscire dai radar? Fatto sta che dall’altro ieri Ancelotti ha scelto il Napoli. Ma chi sceglie il Napoli, necessariamente acquisisce tutto il “blocco” Napoli. Passione, affetto, entusiasmo (con i risultati), veleno (senza risultati). Ancelotti ha sempre vissuto realtà “aliene” per il Napoli. Real, PSG, Bayern, Chelsea e l’ultimo, lungo e luminoso tramonto del Milan berlusconiano. Napoli ed il Napoli sono la realtà più povera nella quale si troverà a lavorare. Potrebbe trovare non poche difficoltà di adattamento. Il 9 luglio saremo curiosi di sapere i motivi di questa scelta inusuale.

Una lontanaza culturale

Non credo alla favola che come Maradona voglia far vincere il Napoli. Maradona era un leader politico. Ancelotti è un allenatore con un pedigree da cavallo di razza, che sceglie con attenzione le sue case. Auspico sia poco incline ad alimentare i sentimenti dei tifosi che non vedono oltre il Garigliano e credono solo nello scudetto. È culturalmente molto lontano da Napoli. Mi auguro che da Carlo Magno possa trasformarsi in Giulio Cesare e che nel 2021 possa affermare:”Veni vidi vici”. A differenza del suo predecessore.

In caso di difficoltà od insuccessi, diventerà come Benitez, capro espiatorio. Dallo staff parentale ai gioni di pausa nella sua dimora canadese, arrivando alle curve orfane di fantasmi passati in tuta o mai visti con bisht e kandura. I quali avranno un nuovo obiettivo per le loro invettive a salve.

Ancelotti ha spalle larghe. Napoli non dovrebbe essergli ostile, basteranno tre vittorie, ed il suo carattere docile, ma fermo, a proteggerlo. Come accoglierà la morsa affettuosa, ma avviluppante, del tifo napoletano? In questo la società dovrà cambiare. Dovrà aiutare e supportare Ancelotti. Un paio di nuove figure reclamate anche da Sarri, senza successo (l’ennesimo), dovranno fungere da cast di supporto a quello che potrebbe essere il miglior film della carriera di Aurelio De Laurentiis. Ma attenzione: Napoli è un animale strano.

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