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Horncastle: «Se un tecnico d’élite come Ancelotti accetta Napoli, vuol dire che il Napoli è d’élite»

«Per Ancelotti sarà una sfida diversa dal solito, ma anche per questo De Laurentiis ha fatto un capolavoro: ha sedotto il miglior tecnico del mondo col suo progetto e l’ha riportato in Italia».

Horncastle: «Se un tecnico d’élite come Ancelotti accetta Napoli, vuol dire che il Napoli è d’élite»

La scelta migliore

«Aurelio De Laurentiis, probabilmente, ha attinto a tutta la sua esperienza nell’industria cinematografica per la scelta di Ancelotti. L’ha presentato in un certo modo, richiamando un film di 007. Ma anche l’idea di prenderlo è in grande stile. Solo un nome così importante avrebbe potuto far dimenticare velocemente Sarri. Sì, perché il tecnico toscano non avrà vinto niente nelle ultime tre stagioni, ma probabilmente sarà ricordato come il miglior allenatore nella storia del Napoli. Sicuramente resterà il più popolare, per il suo background e il suo stile di gioco».

Si apre così il pezzo di James Horncastle sulla nomina di Ancelotti a nuovo allenatore del Napoli. Il cronista di Espn ha ovviamente approvato la scelta di De Laurentiis, il fatto che il tecnico emiliano abbia scelto il Napoli e per il Napoli abbia rifiutato le offerte in arrivo dalla nazionale o da altri club internazionali Almeno, questa era la percezione di Horncastle: «L’impressione è che si trattasse di un allenatore d’élite, il più vincente in attività, in attesa di un’occasione vicina al proprio status. Un club di Premier, magari, come l’Arsenal del post-Wenger. Invece, ecco il Napoli.

«Non aveva fretta di tornare ad allenare»

Horncastle, però, smorza qualsiasi “critica” riferita a questa ansia di tornare subito in attività: «Anche se Ancelotti versava in questa particolare condizione, è sbagliato dipingerlo come un tecnico sul viale del tramonto. Non era sotto pressione, non aveva fretta di tornare in pista. Ecco perché bisogna togliersi il cappello e applaudire De Laurentiis, è riuscito dove altri hanno fallito: sedurre Ancelotti con il suo progetto e convincerlo a tornare in Italia».

La condizione del Napoli: «Rispetto all’operazione-Benitez nel 2013, il Napoli non aveva l’obbligo di cambiare allenatore. Sarri magari aveva delle perplessità sul miglioramento di questa squadra, presumibilmente sospettava che il club avrebbe ricevuto offerte irrinunciabili per alcuni calciatori. Anche per questo l’arrivo di Ancelotti è un capolavoro. Rende il Napoli una piazza con maggiore appeal, se i calciatori hanno delle riserve sull’accettare Napoli, potranno pensare che c’è Carlo ad allenarli. Nessuna oscurità post-Sarri ha mai ammantato il progetto di De Laurentiis. Per capire cosa intendiamo, basta porre una semplice domanda: se il manager per eccellenza dell’élite europea ha scelto di lavorare con il Napoli, cosa ne pensa di loro? Che anche loro sono élite? La risposta cancella ogni dubbio, anche se per Ancelotti si tratta di una sfida diversa, un club anti-establishment da portare alla vittoria. Non sarà facile, ma Ancelotti ha deciso di provarci».

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