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Napoli è impazzita, nessun sociologo potrà mai capirla

La folla di tifosi alla Stazione Centrale è la conferma del clima che si sta vivendo in città. Uno scudetto che dobbiamo vincere anche per motivi di ordine pubblico

Napoli è impazzita, nessun sociologo potrà mai capirla

Il patto dello spogliatoio

È partita la brocca. Abbiate pietà di noi. Napoli è impazzita. C’è un popolo di anime perse che vaga dall’aeroporto di Capodichino alla Stazione Centrale. Per accogliere i vincitori da Torino, per far sentire la vicinanza della città alla squadra che domani sfiderà la Fiorentina.

Non spaventatevi per questa corale follia cittadina. Dalla prima partita d’inizio campionato sapevamo che i nostri ragazzi avevano giurato che quest’anno avremmo vinto il campionato. Il patto dello spogliatoio, ricordate? Mettete da parte le sbandate, le sconfitte, i pareggi, Ciro che non segna. Non è vero che abbiamo la panchina “corta”. In campo giocano tredici giocatori, (alla faccia della scaramanzia): c’è il dodicesimo che è la squadra in sé, e quello a seguire è un popolo di quasi un milione di fedeli che sostiene i giocatori e sospinge la palla in rete.

Il Napoli è una religione

Sì, il Napoli è una religione, come dimostra lo stesso cardinale Sepe che si appella a San Gennaro. La vittoria di Torino ha rotto qualsiasi freno inibitorio. Ai napoletani non frega niente se siamo ancora sotto di un punto dalla Juventus. Per loro li abbiamo sconfitti e dunque siamo noi i vincitori.

È  scritto che stasera a Milano l’Inter vincerà e che domani a Firenze i nostri ragazzi porteranno tre punti a casa. Ecco perché in tremila sono andati alla stazione centrale. Per dare la benedizione ai ragazzi che partivano per Firenze.

Uno scudetto di classe

Napoli dovrebbe vincere il campionato per tanti motivi. Uno scudetto meritato, per dimostrare che non sempre i ricchi e i potenti, quelli che hanno il potere, vincono. Certe volte possono esserci i miserabili, il popolo dannato senza soldi e senza speranze, quelli che sono sempre stati dalla parte del torto che per una voglia di riscatto ingranano la sesta e tagliano il traguardo per primi.
Uno scudetto di classe, diciamo.

Anche per motivi di ordine pubblico

Ma poi lo dobbiamo conquistare per motivi di ordine pubblico. Il cuore combatte ma non sempre resiste. E chi scorderà mai gli ultimi minuti di Napoli-Chievo? Eravamo sotto di uno a zero per loro e abbiamo vinto due a uno. E vogliamo parlare di Torino? Degli ultimi minuti di e del gol di testa di Kalidou?

Il cuore, ecco, il cuore rischia moltissimo. E anche le aspettative dei napoletani possono creare una attesa esplosiva.
Temo queste ultime quattro partite per la tenuta della città. Un mese di festeggiamenti sono assicurati. I turisti affollano Napoli. Qualche sociologo in più non stonerebbe. Ma con loro o senza di loro non credo che il popolo dei “Vesuvio pensaci tu” capirebbe comunque Napoli.

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