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Da piccolo invidiavo gli automobilisti nel traffico, perché erano andati allo stadio

Non c’è stato un giorno all’improvviso, però ricordo me da bambino in piazza Italia, il primo album Panini e poi il primo abbonamento.

Da piccolo invidiavo gli automobilisti nel traffico, perché erano andati allo stadio

Avevo otto anni

Ero ragazzino, circa 8 anni, giocavo a pallone per strada dopo la scuola e i compiti, scarpe rotte e ginocchia sbucciate. Lì in piazza Italia, a Fuorigrotta, la domenica vedevo auto imbottigliate nel traffico andando verso il tunnel e mi chiedevo beati loro, ann vist ‘o Napule. Per strada chiedevo agli automobilisti: “’O Napule ch’a fatto”? avevo già il sangue malato azzurro, lo sentivo dentro e dicevo Dio grazie di avermi fatto nascere a Napoli.

Un giorno andai a comprare il giornale per mio padre e lì, vicino all’edicola, gruppi di ragazzini scambiavano figurine per l’Album Panini. “Chist ‘o teng, chist no”, in un attimo, di questi veloci passaggi presi dalle mani due giocatori con la maglia azzurra, il ragazzino mi disse: che fai? “un momento, è il Napoli, fammelo guardare” ma con mia delusione erano giocatori del Prato. Maglia azzurra, una sorta di fiore o giglio rosso ma tienatill chist nun è ‘o Napule.

Il mio album era il Napoli

Recuperai soldi da mia madre, mio padre, i miei zii e andai a piedi all’edicola a Mergellina comprai l’album. A Fuorigrotta erano esauriti. Per completare l’Album mi bastava solo la squadra del Napoli, solo quello mi interessava, quell’azzurro tenue perché l’amavo troppo. A 14 anni, papà mi fece il primo abbonamento. Da allora sempre abbonamento, solo nei due anni di Marina per il militare non sono stato abbonato. Il Napoli è una fede, come la Madonna e la Mamma. Non c’è stato un giorno all’improvviso, quel giorno c’è sempre stato fin dalla nascita.
Nunziocity

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