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La Roma e Montella insegnano quanto sia autolesionistico snobbare l’Europa

I giallorossi hanno eliminato lo Shakhtar e sono ai quarti di Champions, Il Siviglia ha fatto fuori lo United di Mourinho. Imprese che il Napoli si è precluso dedicandosi solo al campionato

La Roma e Montella insegnano quanto sia autolesionistico snobbare l’Europa

L’esempio dell’Atletico Madrid

Chi snobba l’Europa, snobba la vita. Il martedì di Champions è un invito alla riflessione per le scelte del Napoli di Sarri, avvenute peraltro a furor di popolo. Perché Napoli non si sente italiana, eppure è ossessionata dalla Serie A. Snobba l’Europa, a dispetto della frase rilasciata dal suo allenatore la sera dell’eliminazione dalla Champions: «Il Napoli non ha un tale albo d’oro da consentirsi di snobbare l’Europa League». Nei fatti, poi, è andata diversamente. E peraltro l’Europa League non viene snobbata nemmeno da squadre come il Manchester United o l’Atletico Madrid. Atletico Madrid – va ricordato a chi continua a parlare di rosa corta – nello stesso anno in cui si aggiudicò la Liga, aveva praticamente vinto una finale di Champions (contro il Real) senza Diego Costa infortunato e con il uallarito Sosa in campo nel secondo tempo. Poi arrivò il pareggio di Sergio Ramos al 94esimo.

Il martedì di Champions

Torniamo al martedì di Champions che – speriamo – ha insegnato quanto il calcio d’Europa possa essere entusiasmante. E che rinunciare in anticipo a una competizione è l’antitesi dello sport. Sì, anche noi del Napolista abbiamo preso atto di questa corrente, scrivemmo di decisione scientifica e non abbiamo cambiato idea.  Però per il futuro ci aspetteremmo dal nostro club e anche dal nostro allenatore una funzione per così dire educativa. Non esistono manifestazioni di Serie A e di Serie B e peraltro, se pure dovessero esistere, l’Europa non sarebbe di certo inferiore a nessun’altra categoria. Non può essere l’ambiente a dettare l’agenda di un club. Anche l’Europa potrebbe dare soddisfazioni a un gruppo che le merita sopra ogni altra cosa.

I titolarissimi contro il Benevento

La Roma allenata da Di Francesco ha raggiunto i quarti di finale di Champions traguardo mai toccato dal Napoli nella sua storia. E lo ha fatto eliminando, con un gol di Dzeko, quello Shakhtar che ci ha fatti fuori dal girone eliminatorio e contro cui abbiamo perso la prima partita. Il Napoli, che fino a questa stagione aveva sempre giocato ottime Champions, è stato eliminato nel girone più debole mai sorteggiato. Si preferì fare turn over in Ucraina e schierare i titolarissimi contro il Benevento. Ed è finita con l’eliminazione. Con un pizzico di buona sorte, oggi il Napoli sarebbe ai quarti di Champions e avrebbe acquisito ulteriore esperienza. Oltre ad aver raggiunto un traguardo storico. Non solo vincere aiuta a vincere, ma giocare partite importanti ti consente di migliorare sotto il profilo della tenuta agonistica e mentale. Parafrasando Mourinho, chi parla solo di tattica non capisce nulla di tattica.

L’impresa del Siviglia

E propio Mourinho ha regalato a Montella la più grande della soddisfazione della carriera di allenatore. E anche queste sono le meraviglie dell’Europa. Il suo Siviglia ha firmato l’impresa di questi ottavi di finale: ha vinto 2-1 all’Old Trafford e ha eliminato il Manchester United. Una vittoria che vale una stagione. E sì che la stagione di Montella è stata fin qui avara di soddisfazioni. Un brutto campionato con il Milan, con l’esonero e la successiva rinascita dei rossoneri allenati da Gattuso; e una Liga tutt’altro che avvincente col Siviglia. Gli andalusi sono quinti, quindi fuori dalla prossima Champions, e hanno perso lo scontro diretto con il Valencia. La vittoria in Champions vale però tanto, sarà raccontata ai nipotini ed è comunque una medaglia per un allenatore.

Il Napoli è il Tottenham, non il Leicester

Non stiamo qui a ripetere della vittoria della Juventus a Wembley contro il Tottenham. Dalla prossima stagione sarebbe il caso che Napoli ri-scoprisse l’Europa. E cominciasse ad essere più coerente con il sentimento anti-italiano che attraversa la città. Meno isteria per Cracco, più attenzione al ranking. Questa squadra non è affatto il Leicester – come pure più di qualcuno impunemente afferma – che vinse un campionato dopo dieci anni tra serie B e serie C e appena una stagione in Premier; il Napoli è il Tottenham d’Italia, è una squadra che è in Europa da sempre, che ha una delle rose più competitive d’Italia, che ha un allenatore innovativo, preparato e apprezzato che però dovrebbe sfidare l’impopolarità e cominciare a trascinare la squadra fuori dalle secche dell’ambiente. Il campionato è importante – e il Napoli sta disputando un campionato straordinario – ma non è l’unica cosa che conta. Si può fare morire d’invidia la Juventus anche – e soprattutto – facendo meglio di loro in Europa. E il Napoli quest’anno aveva la possibilità di farlo. Così come aveva la possibilità di vincere l’Europa League. Ricordiamocene il prossimo anno.

Il campionato non è perduto, affatto. Ma speriamo che sia finito il tempo di snobbare le competizioni. È un’aberrazione per qualsiasi uomo di sport.

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