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Cruciani difende Sarri su Libero: «Giusto il vaffa alla cronista, in un mondo di banalità»

Cruciani non intercetta il sessismo nelle parole del tecnico del Napoli: «Solo qualche mente bacata del femminismo morente o del sindacato dei giornalisti può accusare Sarri di attentato alla dignità femminea».

Cruciani difende Sarri su Libero: «Giusto il vaffa alla cronista, in un mondo di banalità»
Sarri (Matteo Ciambelli)

L’articolo di Libero

Incredibile ma vero, Libero difende il Napoli e Sarri. Addirittura a firma Giuseppe Cruciani spesso autore di commenti non proprio simpatizzanti nei confronti dei napoletani. Basta ricordare la polemica su “salutame a soreta” di qualche tempo fa. E tante altre nel corso di questi anni.

Nemmeno l’articolo di Crosetti su Repubblica possiamo considerarlo di condanna, ma non era così decisamente favorevole al tecnico del Napoli. Perché Cruciani difende Sarri, scrivendo su Libero che il vaffa alla cronista è «giusto». Una posizione scomoda, che si evince fin dalle primissime battute: «Ma scusate, cosa c’entra il sessismo con la frase di Sarri alla giornalista napoletana? Nulla, non c’entra un fico secco. Ormai c’è la fissazione di mettere tutto nello stesso calderone, basta rivolgersi a una donna in modi poco ortodossi e scatta l’accusa di averla umiliata nel suo essere femmina. È un mondo malato».

E ancora: «Se (come ha fatto il mister campano) ti permetti di giudicare una ragazza “carina” davanti a tutti, allora ti mettono sotto processo perché non la consideri una professionista ma solo una bella figliola. Ma di che parliamo?». Insomma, Cruciani insiste sulla mancanza di reali riferimenti sessisti nell’uscita avventata di Sarri. Utilizziamo il termine avventata perché il giornalista di Libero, dopo poche righe, scrive che «ogni domanda è legittima e quella in oggetto è pure pertinente (e Sarri ha il dovere di sopportare anche domandine che non gradisce, questo è scontato)».

Una lettura femminista

Secondo Cruciani, gli attacchi sono imbevuti di pregiudizio. Anzi, «solo qualche mente bacata del femminismo morente o del sindacato dei giornalisti può accusare Sarri di attentato alla dignità femminea. E non saremmo certo noi a stigmatizzare l’uso del vaffa, in questo caso solo evocato come possibilità, che anzi è liberatorio. E in certi casi anche essenziale. Il Sarri senza filtri può ovviamente sbagliare (capita spesso). Ma almeno ha il merito della sincerità, in un mondo fatto di frasi fatte e banalità assortite. Ci sono persone che si presentano in giacca e cravatta, non hanno l’accento toscanaccio, non dicono parolacce, non masticano tabacco e non sputano per terra,e sono però dei criminali incalliti».

Un’altra parte dell’invettiva è contro l’Ordine dei Giornalisti: «L’accusa che, tra gli altri, fa l’Ordine dei Giornalisti della Campania a Sarri di essere “volgare” è semplicemente ridicola. Non sta scritto da nessuna parte che uno, incazzato di suo per l’esito di una partita, debba essere per forza cortese, sorridente o a modo. A Sarri si può fare invece un altro tipo di rimprovero. Nella frase sotto i riflettori appare evidente che il nostro ha un occhio di riguardo per le donne, in particolare quelle piacenti. Per capirci meglio: se Titti fosse stata Tiziano, oppure un cesso a pedali – come si usa dire – ecco, dobbiamo presumere che nell’occasione sarebbe arrivato il vaffanculo forte e chiaro da parte del mister. Fossi una donna mi incazzerei per questo. Per questa forma di privilegio che l’allenatore in tuta riserva alla categoria. Altro che sessismo. Viva dunque il vaffanculo sarriano, ma che sia per tutti: donne,uomini, trans e affini».

 

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