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Corsera: «La grande bellezza nel calcio (Napoli) perde, vincono cinismo e concretezza»

Non c’è solo il Napoli: anche Lazio e Atalanta, con le sconfitte tra campionato e coppe, decretano «il fallimento di un sistema, di una filosofia».

Corsera: «La grande bellezza nel calcio (Napoli) perde, vincono cinismo e concretezza»

L’articolo del Corriere della Sera

Parlare di calcio e di bel calcio, in Italia, vuol dire rintuzzare un fuoco sempre acceso. Oppure vuol dire indossare il nero: va bene praticamente per tutte le occasioni. Il Corriere della Sera di questa mattina è in edicola con un pezzo dal titolo eloquente, autoevidente: “La grande bellezza diverte ma non vince”. Si parla di Napoli, ma anche di Lazio e Atalanta. Le squadre che, secondo la narrazione comune, giocano bene.

Ma che, come da titolo, non vincono: «La grande bellezza non se la passa bene, almeno dalle parti del calcio italiano. In una settimana, gli spottoni del made in Italy migliore sono miseramente saltati. Napoli, Lazio, Atalanta: nel giro di pochi giorni lavorativi, il bilancio della ditta Bellezza vede Napoli
e Atalanta fuori dall’Europa, Atalanta e Lazio fuori dalla Coppa Italia (il Napoli pure, prima ancora), Lazio e Napoli battuti nelle sfidissime del campionato con Juve e Roma. Non è il caso di stare qui a fare le pulci sui singoli risultati: resta la musata clamorosa di un sistema. Non può essere una coincidenza. Sappiamo benissimo che non lo è».

Il fallimento di un sistema

Il concetto è talmente semplice che quasi non ci sarebbe bisogno di riportare altro. Ma lo facciamo: «Si tratta di una questione ideale e filosofica. La convinzione di questa corrente è marmorea: non si arriva al risultato senza il gioco. A memoria d’uomo, l’avanguardia di questo movimento resta la grande Olanda di Cruijff, impareggiabile macchina da gol, ma inesorabilmente passata alla storia con quello che anni dopo sarebbe diventato lo sprezzante timbro di Mourinho, zero tituli. C’è poco da discutere: la grande bellezza paga la vista, ma vincono gli altri. I brutti e cattivi. Messo così, anche il crollo di Napoli, Lazio e Atalanta confermerebbe il fallimento di un sistema e dei suoi poetici valori. Fine dell’estetica a mani vuote, avanti con cinismo e concretezza. Ma la tentazione della grande bellezza è troppo forte, perché si possa pensare di resisterle tanto facilmente. Persino il successo può venire a noia: la bellezza, mai».

 

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