Senza l’intervento di Marotta su Politano, le accuse di De Laurentiis alla Juventus avrebbe avuto una credibilità decisamente minore.
La definizione di alibi
Secondo il dizionario, il termine alibi definisce un «pretesto, una scusa, un’attenuante in generale». Ovviamente, si tratta di una parola estremamente utilizzata, oggi, per commentare l’intervista multipla rilasciata da De Laurentiis. Analisti e tifosi Juventus hanno parlato (giustamente, dal loro punto di vista) di alibi preventivo, da parte del presidente del Napoli, soprattutto per quanto riguarda la parte relativa all’attacco al club bianconero.
Come scritto anche sopra, parlare di alibi è anche giusto, visto dal punto di vista dei bianconeri. Se non fosse che per un piccolo dettaglio che andrebbe considerato, nella valutazione del caso-Politano: tutto nasce dalle parole di Marotta. Da una risposta dell’ad bianconero ad una domanda di Sky, durante il periodo di sosta del campionato. Ricorderete, ne scrivemmo anche noi: ospite in studio, a Marotta fu chiesto un parere sulla (nascente) trattativa tra il Napoli e il Sassuolo per l’esterno scuola Roma. Le parole del dirigente juventino: «Si tratta di un giocatore che serve al Sassuolo. Cederlo? Squinzi ha una società solida, non ha bisogno di cedere».
Tanto per essere chiari: noi scrivemmo, il giorno dopo, di come la strategia aggressiva mediatica della Juventus fosse sintomatica del grande club. Anzi, del lavoro del grande club. Eravamo ammirati dalla capacità, tutta bianconera, di utilizzare i media per ottenere dei vantaggi anche solo narrativi. Tutto giusto, tutto legittimo, niente di illegale. Ci mancherebbe.
La risposta
Allo stesso modo, però, va considerata legittima la risposta di De Laurentiis. Che arriva oggi, forse in ritardo, forse è un alibi, forse no, ma il punto non è questo. Il punto è che Marotta, in un mondo ideale, avrebbe risposto così alla domanda postagli a Sky: «Io sono un dirigente della Juventus e parlo solo dei miei calciatori, o di calciatori di altre squadre in funzione di mercato alla mia società».
Ecco, a quel punto De Laurentiis sarebbe (sì) da stigmatizzare. E da condannare in maniera sommaria, da additare a piagnone senza possibilità di contestazione. Perché il Marotta del mondo ideale non avrebbe dato adito a possibili dietrologie. I rumors sugli “inserimenti” della Juventus nella trattativa per Politano sarebbero rimasti rumors e basta, appunto. Mezze verità non verificate del calciomercato. Le parole di Marotta possono essere lette in mille modi: semplice constatazione, espressione di conoscenza, consapevolezza di influenza economico-sportiva, arroganza da posizione dominante. Noi non vogliamo leggerci niente, semplicemente prendiamo atto del fatto che un tesserato di una società terza ha “spiegato” le strategie di una società “A” rispetto a un’offerta di calciomercato di una società “B”. Quando invece, con una risposta “normale”, avrebbe scaricato su De Laurentiis tutte le responsabilità del mancato acquisto di Politano, al netto di indiscrezioni successive sull’interessamento della Juventus per Politano.
Ci limitiamo ai fatti
Non vogliamo arrivare al Fatto Quotidiano, che oggi parla di rapporti familiari incrociati tra tesserati del Sassuolo e della Juventus. Non vogliamo arrivare ad insinuare che la Juventus faccia ostruzionismo, non possiamo saperlo, e poi comunque tutto sarebbe legittimo, e legittimato dal regolamento.
Il punto non è per questo, o meglio non possiamo dire che sia questo. La cosa che possiamo dire, limitandoci ai fatti, è che Marotta ha parlato di Politano, poi sono uscite le notizie della Juventus su Politano e poi il Napoli non ha preso Politano. Nel caso in cui De Laurentiis avesse rilasciato le dichiarazioni di questa mattina dopo le parole del “Marotta ideale” (vedi sopra), che forza e che credibilità avrebbe avuto? Sarebbe stata ancora minore rispetto a quella che ognuno di noi gli assegna oggi. Anche perché, recentemente, non si ricordano casi di altri dirigenti che parlano di calciatori di squadre terze. Solo Marotta. Non è un caso. Come non è un caso, forse, che De Laurentiis abbia scelto di “accampare alibi preventivi” proprio nel confronto mediatico a distanza con la Juventus.