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Procura di Milano smentisce La Stampa: «Berlusconi non è indagato per la vendita del Milan»

Le parole del Procuratore Generale Francesco Greco: «La notizia è assolutamente falsa, non c’è nemmeno un fascicolo in merito alla vicenda Milan». La Stampa, però, conferma la sua versione: «Verificata con due fonti distinte».

Procura di Milano smentisce La Stampa: «Berlusconi non è indagato per la vendita del Milan»

La smentita

La risposta alla bomba esplosa in mattinata contro il Milan – sganciata da La Stampa. Il club rossonero, secondo quanto riportato dal quotidiano torinese, era finito nel mirino di un’inchiesta per riciclaggio in seguito al passaggio delle quote tra la Fininvest e la nuova proprietà cinese. Ebbene, la Procura di Milano ha (già) smentito l’esistenza di questo procedimento. Le parole di Francesco Greco, procuratore capo: «Allo stato non esistono procedimenti penali relativi alla compravendita dell’AC Milan. Non c’è un fascicolo, nemmeno a modello 45. La notizia che si è diffusa ieri in serata di Silvio Berlusconi indagato è assolutamente falsa».

Le parole di Greco sono riportate da Repubblica e da Calcio&Finanza. Un lancio dell’agenzia Agi riporta anche un racconto della trattativa per la cessione del Milan, secondo la ricostruzione di Greco: «L’avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, veniva spesso nel mio ufficio durante la trattativa per la vendita del Milan per dirmi che stavano analizzando questa operazione. A un certo punto, volevano fare una segnalazione anche loro, potevano anche essere parti offese se i soldi non arrivavano. Erano preoccupati, era il periodo in cui tutti i giornali parlavano di questa vicenda».

La risposta di Ghedini a La Stampa

L’avvocato Ghedini ne ha approfittato anche per rispondere in maniera dura a quanto pubblicato da La Stampa – e smentito dalla Procura. Le sue parole: «Ancora una volta un giornale con una precisa connotazione politica e imprenditoriale aggredisce il presidente Berlusconi con una notizia totalmente inventata. Il giornalismo d’inchiesta è uno straordinario valore che va tutelato e incentivato perché è uno dei cardini, oltre che salvaguardia, di un sistema democratico. Quando però si utilizzano false notizie non già per informare ma per aggredire e danneggiare una parte politica durante una delicata campagna elettorale, non si tratta più di giornalismo ma di fatti penalmente, civilmente e ancor prima deontologicamente rilevanti».

E ancora: «E ciò che e’ ancor più grave. È il fatto che nella serata di ieri eravamo stati avvisati che la notizia, falsa, sarebbe stata pubblicata sul quotidiano La Stampa. Immediatamente avvertimmo il direttore del quotidiano e uno dei giornalisti della totale infondatezza, inverosimiglianza e falsità dell’assunto. Nonostante ciò la pubblicazione è avvenuta». Nell’ultima parte della nota ufficiale diffusa da Ghedini, si parla (ovviamente) di attacco a fine elettorale. E vengono annunciate azioni di risposta nei confronti de La Stampa.

Pochi minuti dopo la notizia della smentita da parte della questura, conferma da parte de La Stampa. Questo il testo pubblicato su internet dal quotidiano torinese: «La redazione de La Stampa, in merito alla vicenda, ribadisce di aver svolto opportuni controlli circa l’esistenza di un’indagine sull’operazione, di cui è venuto a conoscenza da due fonti distinte, e pertanto conferma quanto scritto.

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