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Jacopo Fo lancia a Napoli “People For Planet” giornale on line per l’ambiente e i consumatori

Lunedì 29 gennaio la presentazione nazionale a Castel dell’Ovo. «Perché a Napoli? Perché no?». Ideato da lui e Bruno Patierno, parte con tre proposte di legge

Jacopo Fo lancia a Napoli “People For Planet” giornale on line per l’ambiente e i consumatori

Lunedì 29 giugno a Castel dell’Ovo

Nasce un nuovo giornale, ed è già una notizia. Giornale on line, con una linea ben precisa: è dalla parte dei consumatori e dell’ambiente. Si chiama People For Planet (lo troverete qui), è nato da un’idea di Jacopo Fo (che non ha bisogno di presentazioni) e Bruno Patierno (comunicatore, esperto di marketing e anche assessore di quella che col tempo è diventata la mitica prima giunta Bassolino al Comune di Napoli). L’iniziativa è promossa da Gruppo Atlantide. L’altra notizia è che hanno scelto Napoli per presentare il progetto editoriale, e lo faranno lunedì 29 giugno a Castel dell’Ovo (Sala Compagna) alle ore 11 con il sindaco Luigi de Magistris. 

In controtendenza rispetto alla vacuità tipica dei giornalisti, People For Planet parte con una missione: la presentazione di tre campagne a tutela dei consumatori, della salute e dell’ambiente. Che si traducono in tre proposte di legge: l’istituzione di un ​controllo preventivo dei contratti standard rivolti al pubblico​, con l’obiettivo di scoprire in anticipo clausole insidiose per i consumatori; l’adozione, anche in Italia, della distribuzione di farmaci sfusi​, per evitare sprechi; rendere obbligatorio sulle lavatrici il montaggio di un​ filtro anti microfibre​ per ridurre l’inquinamento delle acque.

Hanno redatto un manifesto e stanno già raccogliendo le firme. Ce ne sono già di note, da Stefano Benni a Dacia Maraini, da Carlo Petrini a Paolo Rossi (l’attore), e altri.

Il webmagazine

Per Jacopo Fo, «People For Planet sarà uno strumento per far nascere iniziative, per fare incontrare ricercatori, tecnici, scienziati, gruppi solidali, amanti del verde e degli animali, imprenditori illuminati, buongustai, comici e artisti, coltivatori sinergici, operatori sociali, formatori, sportivi. Vogliamo contribuire a far incontrare le persone che in questo momento stanno costruendo il pianeta di domani e sostenerle, dare visibilità ai loro risultati”.

Il ​magazine si propone come collettore di buone notizie, con sezioni dedicate al benessere e alla salute, all’arte e alla cultura, al viaggio e alla tecnologia, ricco di articoli e contributi video realizzati da collaboratori sparsi in tutta Italia​.

«Siamo solo ottimisti e curiosi – dice Fo -. ​In questo momento molto delicato dell’evoluzione umana abbiamo visto la possibilità di creare qualcosa di nuovo e di utile. La rivoluzione digitale è appena iniziata e contemporaneamente il movimento solidale sta fiorendo in tutto il mondo. Una sorprendente moltitudine che si dedica alla solidarietà e all’arte e che ha capito che la tecnologia buona è un possente strumento per generare il cambiamento. Noi vogliamo contribuire a dar voce a questa moltitudine».

Napoli 

Perché Napoli? Risponde Bruno Patierno: «è una domanda sintomatica della percezione di questa città, vissuta da molti come “periferia”, poco adatta per eventi legati all’innovazione e alla comunicazione. Se avessimo scelto Milano o Roma nessuno avrebbe chiesto il perché. Ebbene, ci dobbiamo abituare all’idea che in un mondo sempre più web oriented i luoghi fisici sono tutti centrali o (a seconda di come la si voglia vedere) tutti periferici. Quindi Napoli in teoria è adatta come qualsiasi altro luogo. Napoli ha anche un suo portato sostanziale e simbolico che ci ha indotto a sceglierla: Napoli è al centro del nostro mare, il Mediterraneo, ed è sul mare e per il mare che si gioca una delle battaglie più importanti per l’avvenire del pianeta. E poi a noi Napoli piace, assai».

Poi, a chi ha memoria non sfuggirà che la presentazione di un giornale di Jacopo Fo a Napoli assume anche un altro significato legato alla tragica rapina nel 2005 in cui morì Emilio Albanese padre della sua compagna. Anche per ricordare che la criminalità a Napoli, junior o senior, non è nata con Gomorra. Ma questa è un’altra storia. 

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