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Mertens: «Napoli per lo scudetto, abbiamo una filosofia unica ma siamo vittime del nostro gioco»

L’intervista di Dries Mertens al Corriere della Sera: «Le squadre ormai ci conoscono e studiano il modo per bloccarci. Qualcosa dovremmo cambiare per continuare a essere imprevedibili».

Mertens: «Napoli per lo scudetto, abbiamo una filosofia unica ma siamo vittime del nostro gioco»
Mertens / Foto Matteo Ciambelli

L’intervista al Corriere della Sera

Dries Mertens intervistato dal Corriere della Sera. L’apertura del pezzo parla dichiaratamente di scudetto, quindi non piacerà ai tifosi del Napoli più scaramantici. In ogni caso, il centravanti belga dice cose così: «Siamo lì, a un punto. Possibile che due pareggi e una sconfitta rimettano in discussione tutto? Siamo in corsa e fino alla fine proveremo a vincere. Il patto? A voi piace raccontarla così, e va anche bene. Il patto, quello vero, l’ho fatto con la città che aspetta di vincere qualcosa da trent’anni. Sono rimasto a Napoli per questo».

Il Napoli, quindi, come candidato vero nella corsa al titolo: «Sì, questa è una squadra forte, in cui credo fermamente. Allenata da un comandante, uno che ha cambiato la vita a tutti, ci ha trasformati in un gruppo solido e motivato, ha reso forti giocatori normali».

Sarri, da questo punto in poi dell’intervista, diventa un’immagine che non va via, sempre presente: «Ci ha trasferito il suo modo di intendere il calcio, una filosofia che ci contraddistingue dagli altri e che ci fa esprimere il nostro gioco nel migliore dei modi: se teniamo la palla, comandiamo sempre noi. Siamo una squadra che si diverte giocando, questo è un valore aggiunto».

L’ex compagno Higuain: « È un fuoriclasse, ma ora gioca in un’altra squadra. Non mi va di parlare di lui».

Il gioco

Un problema di stanchezza, fisica o mentale? Mertens assicura che non è così: «Non credo, siamo giovani e con tanta voglia di stare sul pezzo. Mi lamentavo quando non potevo giocarle tutte, non adesso che sono sempre in campo. Piuttosto siamo diventati vittime del nostro gioco. Le squadre ormai ci conoscono e studiano il modo per bloccarci. Qualcosa dovremmo cambiare per continuare a essere imprevedibili».

La Champions e la panchina lunga: «Ho sentito che abbiamo snobbato l’avventura europea o che inconsciamente ci siamo applicati di meno. Abbiamo dato tutto, invece. Come faremo in Europa League. Nel calcio, poi, non tutto fila sempre liscio, ci sono gli episodi che non sono girati a nostro favore. E poi gli infortuni di giocatori importanti. Non è una giustificazione, certo. Durante una stagione devi mettere in conto che può capitare. Proprio quando io parlo di squadra forte mi riferisco all’intera rosa, a tutti i 25 giocatori. Il secondo tempo contro la Fiorentina ci ha già detto che siamo in ripresa, siamo tornati sulla strada giusta. Le altre squadre sono altrettanti forti ma possiamo competere».

La chiusura sul futuro di Mertens, quello lontano perché su quello immediato non si sbottona: «Io allenatore? No, troppo stress. Sarri fuma cinque pacchetti di sigarette al giorno, per dire».

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