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Il triste declino di Gomorra che si riduce a incoronare il chiattillo. F4. Basiti

Una serie tv nata pressoché perfetta, ha vissuto nella sua terza stagione uno stravolgimento all’insegna della superficialità. Peccato

Il triste declino di Gomorra che si riduce a incoronare il chiattillo. F4. Basiti

“Sei stato troppo avido”

Valerio guarda l’orizzonte, mentre sullo yacht stanno festeggiando in stile Miami, coca e prostitute ma senza le prostitute. Si gira. Ha di fronte i boss che hanno appena vinto la guerra fra clan per il dominio di Napoli. E li cazzea.

Valerio un attimo prima era uno studente universitario fuori corso, disegnato sul cliché del “chiattillo”. Vendeva la roba al suo giro dei baretti, e questo è quanto. Un attimo dopo guarda negli occhi Genny Savastano, che è uno – ricordiamolo – che è stato prigioniero in Honduras, è stato sparato da quello che ora chiama suo unico “frate’”, ha fatto uccidere il padre, boss di Secondigliano. Lo fissa e gli dice: “Sei stato troppo avido”.

Il microboss hipster e il chiattillo

Un attimo prima Valerio becca una pacca sulla spalla da Enzuccio Sangueblu, boss emergente dei barbudos di Forcella, perché è un chiattillo ma “tene ‘e pall”. Un attimo dopo Valerio fa le stese col Tmax. Ha il giubottino aperto, e si veste bene, sia chiaro. Non so come gli sceneggiatori ci hanno risparmiato il maglioncino di cachemire, ma stiamo là.

Un attimo prima Valerio rincasa tardi e il papà gli fa la ramanzina per quell’esame che non riesce a dare. Ancora prima uccide a sangue freddo due killer della camorra, e un attimo dopo accompagna Sangueblu a tentare un agguato – solo loro due, il microboss hipster e il chiattillo! – al capo di una famiglia storica, ad un matrimonio scopiazzato di fresco da un film di Mario Merola.

Una roba di una sciatteria unica

Ve li ricordate gli sceneggiatori di Boris, quelli che nella noia scrivevano la scena premendo F4, “basito”? Ecco, più o meno la writers room di Gomorra si è accanita sul personaggio di Valerio premendo a ripetizione il tasto F4. Una roba di una sciatteria unica. Alla prova della resa minutaggio/sviluppo delle storyline era forse la sfida più delicata per gli sceneggiatori: avrebbero fatto una buona opera di realismo a lasciarlo nel suo mondo-bene, collegato comunque alle dinamiche principali, ma senza forzarne uno sviluppo in accelerazione costante fino a trasformarlo nel braccio destro di Enzuccio. Assolutamente non credibile.

Invece, nella febbre della ricerca della maturità di una serie nata pressoché perfetta, hanno slabbrato: lasciare Secondigliano per allargare lo sguardo sul Sistema cittadino, suggerendo la vastità del Male al di fuori dei confini ormai stritolati dalla caricatura, era un passo dovuto. Ma non così. Non incartandosi rallentando in maniera esagerata alcuni passaggi della stagione, e arronzando invece in altri in cui l’azione sembra caduta dall’alto.

Ciro si è suicidato

Le grandi serie, come è stata Gomorra per due meravigliose stagioni, sono grandi perché complesse nella semplicità, con i tempi scanditi e studiati. Ed è paradossale che Saviano e compagnia bella non abbiano cambiato timbro, calcando invece la mano su alcuni atteggiamenti che ormai il pubblico ha digerito come cliché della serie stessa: i dialoghi a un centimetro dalla faccia dell’altro, sempre ad effetto-citazione, i tratti estremamente teatrali di alcuni passaggi difficili da rendere credibili pure per attori consumati.

Insomma, non può accadere che in dieci minuti di trama arraffazzonata Valerio il ragazzo-bene partecipi ai summit (quelli organizzati nelle location più improbabili della città, tipo il tetto della Galleria Umberto), e arringhi i ragazzi del clan di Forcella. In italiano. E quelli lo stiano a sentire. E lo seguano.

Fino ad arrivare alla scena madre, quella che chiude il finale della terza stagione. Quella che tutti ricorderanno per la morte dell’immortale, tra fiumi di lacrimoni e sangue. Valerio, che un attimo prima aveva il problema di quale drink scegliere per non annoiarsi troppo, ha stretto un accordo con altri due capi della camorra del centro, ha convinto Sangueblu che Ciro e Genny vogliono tradirlo, e ora è a prua di una barca a tirare le fila dell’uccisione di uno dei due personaggi principali della serie. “Sei stato avido, Gennà”. Ciro è morto in quell’istante, più che altro si è suicidato quando ha capito che non poteva più far parte di una serie così.

F4. Basiti. tutti.

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