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De Laurentiis: «Il Comune non ci lascia investire nello stadio»

L’intervista di Aurelio De Laurentiis a Radio 24: «Il caso Donnarumma? I club devono avere una certa forza, tutto dipende da come fai i contratti».

De Laurentiis: «Il Comune non ci lascia investire nello stadio»
Aurelio De Laurentiis

L’intervista a Radio24

Aurelio De Laurentiis intervistato in diretta da Radio 24, durante la trasmissione condotta da Radio Telese. Al centro del suo intervento, la querelle sullo stadio e il caso Donnarumma. Il presidente ha rincarato la dose rispetto alle dichiarazioni rilasciate ieri al Mattino: «Il comune non ci permette di investire nello stadio – spiega De Laurentiis. Non possiamo neanche riparare ciò che serve a renderlo funzionare. Il Comune  non investe, sostiene di aver aperto un finanziamento con il credito sportivo, ma di questo credito ho visto utilizzare ben poco. L’assurdità è che adesso ci saranno le Universiadi con più di 200 milioni, e vogliono investirne 4 per rifare la pista di atletica. Io direi di farla da un’altra parte. Il mio vecchio progetto, che a Palazzo San Giacomo non hanno nemmeno considerato, consisteva nel portare tutto lo stadio a bordo campo. Pensate quale impatto avrebbe avuto per i nostri tifosi».

Proprio sul Mattino, questa mattina, sono state riportate le dichiarazioni di risposta del sindaco: «La città e la squadra non hanno bisogno di polemiche. Noi con il San Paolo stiamo facendo i fatti, abbiamo avuto l’apprezzamento di tutti per il lavoro svolto. Il progetto si porterà a compimento prima delle Universiadi».

Donnarumma

De Laurentiis sul caso Donnarumma: «Più che lo stress psicologico, forse a Donnarumma pesa di più dover essere il portiere di una squadra costruita senza la giusta chimica. Il Milan non ha avuto tempo di plasmarsi, hanno dovuto cambiare addirittura allenatore. Ora c’è Gattuso, un tecnico con grande grinta e con una personalità importante. Lui, forse, è rimasto pensando di avere una vita più facile durante il campionato. In realtà, poi, questo è un campionato molto duro, complicato, in alto ci sono cinque squadre che si contenderanno il titolo».

Come avrebbe gestito un caso del genere? «Sicuramente lo avrei saputo prima. Quando Lavezzi venne da me dicendo che voleva andare via, gli risposi: «Ora stai calmo, tranquillo. Ti comporti da giocatore del Napoli, giochi un altro anno con noi e poi vediamo il mercato del prossimo anno. Se riusciremo a piazzarti ad un prezzo giusto, ad un club che a te va bene, ti lasceremo andare. Lui acconsenti. La società deve avere una certa forza, dipende da come fai i contratti. I miei nascono dal cinema e sono di 120 pagine, gli altri usano due pagine prestampate».

 

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