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L’Antimafia: «Infiltrazioni criminali, fenomeno sottovalutato non solo dalla Juventus»

Gazzetta e Repubblica e la relazione redatta da Rosy Bindi e Marco Di Lello: si parla del «caso eclatante» di Torino, ma anche delle curve del San Paolo.

L’Antimafia: «Infiltrazioni criminali, fenomeno sottovalutato non solo dalla Juventus»

Le parole di Rosy Bindi

«Diciamo che il fenomeno è stato sottovalutato, da tutti e non solo dalla Juventus. Il corpo del calcio italiano non è abbastanza sano dal ritenersi immune da possibili infiltrazioni criminali». Rosy Bindi illustra così la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie nello sport. E, soprattutto, nel calcio. Un luogo in cui le organizzazioni illegali «provano ad entrare per creare consenso sul territorio». Queste le parole utilizzate all’interno del documento, firmato anche da Marco Di Lello.

Un lavoro imponente, composito: come spiega la Gazzetta dello Sport, sono serviti undici mesi di lavoro, 30 sedute, 42 soggetti, istituzionali e non, sottoposti ad audizioni. Il risultato è in 99 pagine, che raccontano una situazione non proprio serena: «Ormai c’è un’osmosi tra mafie e tifo organizzato. Serve un patto tra Stato e club – auspicano Bindi e Di Lello –: siamo disposti a limitare la responsabilità oggettiva, a patto però che le società facciano la loro parte: recidano qualunque legame con violenti e criminali, neghino l’ingresso a certi soggetti. Abbiamo ascoltato troppi “non so, non ricordo, non mi competeva” dai presidenti di Serie A in questi mesi».

Oltre la Juventus

La Gazzetta dello Sport spiega come il legame tra la curva della Juventus e la ‘Ndrangheta sia «il fatto più eclatante, perché la criminalità organizzata si è inserita come intermediaria e garante nell’ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultrà della Juventus. La società bianconera non è stata né vittima, né complice. Ha sottovalutato il rischio, ma questa incapacità di riconoscere le modalità dell’agire mafioso è un fattore comune a molte dirigenze».

Altre città indagate: Genova, Lazio, Crotone, Catania, Latina. E Napoli, sì. La Bindi ha riportato le parole della procuratrice della repubblica, citate anche nel pezzo della rosea: «Ci ha raccontato di come le curve siano nelle mani di due diverse organizzazioni criminali e che finché non entrano in conflitto tra loro va bene… Ecco, così non deve più andare bene».

Proposte

Per contribuire ad evitare preventivamente le infiltrazioni, ecco le proposte di Di Lello: «Irrobustire il provvedimento del Daspo, introdurre il reato di bagarinaggio, inasprire le sanzioni della giustizia sportiva nei casi di match fixing e di collusioni con la mafia, introdurre le “celle” negli stadi sul modello inglese, vietare le scommesse nei Dilettanti e in Lega Pro, aumentare il prelievo fiscale alle società di A e B dai proventi di scommesse per creare un fondo di solidarietà». Anche Repubblica dedica un pezzo ai possibili metodi per frenare i legami con le organizzazioni criminali. Si parla molto di scommesse: «Un punto importante della proposta è la limitazione alle giocate “fantasiose”, come calci d’angolo o addirittura situazioni extra sportive». Il riferimento è al panino del portiere Wayne Shaw in FA Cup nello scorso anno, ricorderete.

Repubblica spiega anche come nel documento redatto dalla Bindi e da Di Lello ci sia «una strigliata a Lotito». Motivo? «Per l’apertura della Curva Sud ad un euro dopo la squalifica della Curva Nord. Prova di una “ambiguità nei rapporti tra club e tifoseria”».

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