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Mertens è decisivo per il Napoli, anche se non segna

Il contributo di Dries Mertens ai gol e alla manovra del Napoli è fondamentale, per interpretazione dei movimenti e qualità nella gestione del pallone.

Mertens è decisivo per il Napoli, anche se non segna
Foto Ssc Napoli

Andare oltre i gol

Dries Mertens ha segnato dieci gol in campionato e due in Champions (preliminari compresi). Tanti, tantissimi. Una cifra che è ferma da un mese – ovvero i due match contro Chievo e Milan in Serie A e quello contro il City in Europa. Eppure, in questo brevissimo periodo d’astinenza, Dries Mertens è stato decisivo per l’attacco del Napoli. Due assist nei quattro gol segnati dal Napoli, entrambi bellissimi. Due passaggi simili, anche se in posizioni di campo diverse, è il concetto ad essere equivalente. Gioco d’appoggio, apertura dello spazio per il compagno e tocco perfetto a liberarlo al tiro. Sotto, quello dell’altro ieri. Poesia in movimento.

Volendo essere ancora più precisi nella definizione del momento di Dries Mertens, bisogna andare al primo gol contro il Milan. Ecco, una domanda: ricordate che Mertens sia stato determinante anche per quella situazione di gioco? No, magari no. E invece è proprio così:

Albiol-Mertens-Jorginho-Insigne

In quest’azione, c’è l’essenza di Mertens centravanti. C’è la sua aderenza al progetto tattico del Napoli. Nella difesa a quattro del Milan (scelta di Montella in fase di non possesso, spiegata qui), un centrale deve seguire la prima punta del Napoli esattamente come fa Musacchio. Mertens, in questo modo, apre letteralmente il campo all’inserimento interno di Insigne, al lancio di Jorginho. Il numero 24 brucia Borini sullo scatto, ma sfrutta alla perfezione il corridoio aperto da Mertens. Che, ripetiamo, è entrato in una dimensione nuova: è decisivo, sempre. Ben oltre i gol fatti.

Qualità

È una questione di movimenti, ma anche di qualità di tocco. Nel primo microfilmato, è la cosa che salta all’occhio. Mertens controlla il pallone non benissimo, ma poi si coordina col corpo e colpisce il pallone in modo da trovare perfettamente Zielinski sulla corsa. Il giro dato alla palla, dolcissimo, è un assist nell’assist: il centrocampista polacco non deve controllare, è l’impatto stesso del pallone sull’erba che funge da controllo per lui, c’è bisogno solo del tiro.

Stesso discorso per il primo gol, anche se qui l’importanza nel dosaggio tecnico è meno percettibile rispetto all’importanza del movimento. Il pallone viene letteralmente ribattuto rispetto al tocco in verticale di Albiol, ma sono perfette direzione e forza per Jorginho. Che controlla, ma potrebbe anche lanciare di prima verso Insigne che attacca lo spazio. Potrebbe farlo perché Mertens gli ha dato il pallone giusto. Per velocità, idea, esecuzione, nonostante la pressione da dietro.

Il gol non è (più) un accessorio

Ovviamente, non tutto è perfetto. A Mertens forse mancherà il gol, penseremmo. E infatti lo pensiamo. Però, stavolta, non è tutta colpa sua. Due conclusioni in tutto, di cui appena una da fuori area. L’altra, costruita magistralmente in un duetto con Insigne, nasce dalla seconda opportunità del gioco di Mertens: la corsa in verticale nello spazio. Roba da attaccante puro, come il tiro sul primo palo per sorprendere il portiere. Solo che Donnarumma è forte e ha lunghe braccia ed è gigantesco, quindi gran parata e piccolo ulteriore stop nella media gol di Mertens. Che ora, nella stagione, è scesa a uno ogni 129 minuti. Dovesse continuare così, arriverebbe a fine stagione a 25-26 gol complessivi. Considerando solo il campionato, però, la situazione migliora: un gol ogni 108 minuti.

Ecco, Mertens è arrivato a farsi considerare (e giudicare, e analizzare) come un centravanti. Quindi, per il numero di gol segnati. Quando abbiamo appena visto e scritto e dimostrato che c’è molto di più. Lo dicono anche i numeri: 3 assist vincenti in Serie A, più 15 occasioni create; in Champions, altri due assist e altri cinque passaggi chiave. Insomma, Mertens mette insieme le virtù di un fantasista e la regolarità sotto porta di un attaccante. Il gol non è più un accessorio, eppure non è ancora il tutto. Questa è una risorsa davvero inesauribile per il gioco del Napoli, un’imprevedibilità dal valore inestimabile.

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