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Figc, archiviata l’inchiesta per i presunti rapporti tra Napoli e clan camorristici

Giuseppe Pecoraro, procuratore Figc, ha scritto che «non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare». Fugato ogni dubbio sul coinvolgimento del club.

Figc, archiviata l’inchiesta per i presunti rapporti tra Napoli e clan camorristici

L’annuncio di Pecoraro

Non è nemmeno iniziata, è già finita. L’inchiesta che vede (vedeva) coinvolto il Napoli per presunti rapporti illeciti con personaggi legati a clan camorristici è stata archiviata dalla Procura della Figc. Ad annunciarlo è stato Giuseppe Pecoraro, procuratore federale. Questo il testo nel documento presentato da Pecoraro: «Non sono emerse fattispecie di
rilievo disciplinare e pertanto è stata prevista l’archiviazione del procedimento». Nessuna conseguenza per il Napoli, ma già in mattinata la Gazzetta dello Sport aveva pubblicato un articolo in cui si spiegava come il presidente e la dirigenza del club partenopeo non fossero in ogni caso coinvolti in questi rapporti con personaggi chiacchierati. A quanto pare, dunque, neanche i calciatori hanno avuto comportamenti illeciti.

Le parole di Grassani

L’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli, è intervenuto in diretta a Radio Kiss Kiss Napoli per raccontare l’incontro tra De Laurentiis e Pecoraro: «La Procura ha archiviato l’indagine perché il fatto non sussiste. Possiamo definire l’audizione di De Laurentiis come un pro forma, una chiacchierata di cortesia, l’indagine è iniziata mesi fa in maniera approfondita e capillare con altre audizioni di calciatori e dirigenti azzurri. Mancava quella del presidente. Il Napoli ha sempre osteggiato questo tipo di situazioni, anche il sospetto è stato spazzato via con l’archiviazione. Se a poche ore dall’audizione di De Laurentiis è arrivata l’ufficialità dell’archiviazione da parte della Figc, non vedo proprio motivi per aprire nuove indagini. I fatti si sono confermati non dimostrati, ogni possibilità di coinvolgimento è completamente fugata».

Ancora: «La politica del presidente ha sempre tenuto in prima linea i valori dello sport. Ha tracciato una linea tra le persone che meritano di entrare nello stadio e quelle che invece devono restare fuori».

 

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