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L’ultima follia di De Rossi, ovvero chi nasce tondo…

Ancora un’espulsione per un grande calciatore che non è mai riuscito a controllare la propria rabbia. Quindici espulsioni in carriera. Una anche al Mondiale 2006

L’ultima follia di De Rossi, ovvero chi nasce tondo…

Ferguson lo voleva allo United

Non è detto che nella vita si cambi. E quindi nemmeno nello sport. Vale per un fuoriclasse assoluto come Valentino Rossi che nonostante quasi vent’anni di motociclismo a livelli mostruosi, non ha mai imparato a gestire le gare. E vale per un ottimo calciatore come Daniele De Rossi non un fuoriclasse ma pure sempre un calciatore che dieci anni fa venne corteggiato dal Manchester United di Ferguson. Uno dei più forti centrocampisti italiani degli ultimi quindici anni.

La manata a Lapadula

Daniele De Rossi non è mai riuscito a cambiare il suo carattere. Quella sua tendenza naturale a lasciarsi andare a gesti evidentemente antisportivi. Tendenza che ha nuociuto a sé stesso e alle sue squadre. Oggi De Rossi ha fatto perdere due punti quasi sicuri alla sua Roma che era in vantaggio 1-0 a Marassi contro il Genoa. Un suo gesto di follia ha consegnato il pari alla squadra di Ballardini. Una manata a Lapadula in piena area di rigore. Oggi, come ha giustamente sottolineato Di Francesco a fine gara, con tutte le telecamere e con il Var è praticamente impossibile farla franca. E infatti l’arbitro, dopo aver consultato il Var, ha espulso De Rossi e ha assegnato il rigore al Genoa. Dovrebbe essere la quindicesima espulsione in carriera per il centrocampista romano e romanista.

 

Il Mondiale 2006

Tanti anni fa, esattamente undici, una gomitata di De Rossi in Nazionale contro gli Stati Uniti (la rifilò a McBride) lo tenne fuori dal Mondiale per quattro giornate. Lippi lo aveva schierato titolare nella partita d’esordio contro il Ghana ed era in campo tra gli undici anche nella seconda partita, contro gli Usa. Di fatto, saltò un Mondiale che avrebbe potuto giocare da protagonista. Riuscì comunque a entrare in finale e a tirare e segnare uno dei cinque rigori decisivi contro la Francia.

E dire che era recidivo. A ventitré anni, aveva già subito quattro espulsioni tra Champions e campionato. Quella col Brugge in Europa League, nel 2006, gli valse un pubblico rimprovero di Spalletti. Non è mai cambiato niente. Si è fatto cacciare contro la Lazio, contro la Juve, ha lasciato la Roma in dieci nel preliminare di Champions contro il Porto. Sempre allo stesso modo. Nemmeno oggi, a 34 anni, un’età decisamente matura per un calciatore, è cambiato qualcosa.

È tornato agli onori delle cronache, due settimane fa, come simbolo della rivolta contro il ct della Nazionale Ventura. Ma un nodo se non lo sciogli, si ripropone. E l’irascibilità di De Rossi resterà una caratteristica indelebile e tutt’altro che positiva della storia sportiva di un signor centrocampista. A De Rossi farebbe bene la visione del film “Borg Mc Enroe”, gli è decisamente un incontro come quello che il giovane irruento Borg ebbe con Lennart Bergelin.

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