Koulibaly: «Con Sarri il calcio è matematica. Il razzismo? Dicono che sia un problema culturale»

Intervistato dal Mattino: «Mi disse: “Se fai come ti dico io diventerai un grandissimo”. Se dovesse fischiare tutto lo stadio, forse uscirei»

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Kalidou Koulibaly Photo Matteo Ciambelli

“Se fai come ti dico io diventerai un grandissimo”

Il Mattino pubblica un’intervista a Koulibaly.

Parla del suo rapporto con Sarri. «Vede cose che altri non vedono. Ti fa capire quanto nel calcio nulla deve essere imprevedibile. È uno studioso. Qualsiasi domanda tu gli faccia, lui ha sempre una risposta. E ti fa pensare come componente di una squadra e non come singolo. Proprio oggi mi ha fatto vedere un video con dei miei errori, così mi aiuta a migliorare. Quando è arrivato mi ha detto: “Se fai come ti dico io diventerai un grandissimo”. E io ci sto provando, ma so che posso ancora migliorare. Con Sarri il calcio è matematica. Benitez mi ha aiutato, lui mi ha riscoperto».

Il razzismo

Racconta di essere vissuto nel mito di Thuram: «Classe, tecnica, forza fisica. Tutto. Faceva il terzino, un calciatore straordinario».

Del razzismo, adesso che tornerà all’Olimpico. Ricorda l’interruzione di due stagioni fa contro la Lazio per i fischi: «Si dice sia un problema di cultura. E io come faccio a cambiare la cultura di un paese o di una tifoseria? Se lo fa uno stadio intero ci penso. Forse esco. In Francia – dove sono cresciuto – è tutto diverso, lì le razze si mischiano, in Belgio è un razzismo interno, io ero neutro e non mi ha mai detto niente nessuno. Comunque qui non c’è solo razzismo verso chi ha la pelle diversa, c’è anche contro i napoletani, i romani».

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