Amici, speranze di Roma e Napoli, della Nazionale italiana: la storia bella e parallela di Florenzi e Insigne, domani uno contro l’altro sulla fascia.
Amici
Se dovessimo fidarci delle percezioni, affidarci a ciò che ci viene somministrato dai media, potremmo dire che Insigne e Florenzi siano due amici. I video delle lezioni di napoletano, le foto come questa in copertina, l’esperienza condivisa prima nell’Under 21 e poi nella nazionale maggiore. Insieme, per esempio, sono arrivati alla finale dell’Europeo giovanile in Israele, era l’estate 2013. E poi hanno partecipato all’Europeo francese dello scorso anno.
È bello immaginare che i due, oltre la facciata, condividano effettivamente le loro vite e le loro carriere. Sono coetanei, sono accomunati nelle cose belle e nelle cose brutte. Entrambi simboli delle squadre della loro città, entrambi enfant prodige scoperti o costruiti con una stagione di prestito in Serie B (2011/2012, Insigne a Pescara e Florenzi a Crotone), entrambi lanciati in prima squadra da tecnici stranieri (Benitez e Garcia) ed entrambi vittima di infortuni gravi, al legamento crociato anteriore. Florenzi, però, ha saputo differenziarsi: doppia rottura durante la scorsa stagione, 13 presenze totali.
Oggi
Florenzi e Insigne non sono i capitani di Roma e Napoli perché c’è qualcuno più grande di loro, e non c’è una frase più semplice e fattuale di questa. De Rossi (dopo Totti) e Hamsik, poi ci sono loro come simbolo identitario. Che nasce e si sviluppa nelle giovanili, per poi esplodere nella prima squadra. La più classica delle traiettorie perfette, quella che tutti i giovani sognano.
Dal punto di vista dell’inquadramento tattico, al di là del ruolo, ci sono delle differenze. Insigne ha individuato una posizione sua, nel senso che oggi è un esterno d’attacco e ha un rendimento che non permette contaminazioni, schierarlo in un altro ruolo sarebbe pressoché inutile. Florenzi, invece, ha una dimensione diversa, più multiforme: domani, presumibilmente, sarà schierato da esterno destro d’attacco, proprio sulla fascia che Lorenzo viene a coprire in fase difensiva, ma ha un passato da interno o anche da esterno basso. Come dire: la versatilità al potere. Una collocazione incerta che diventa una grande forza, perché gli allenatori troveranno sempre uno spazio in cui inserirti. Figuriamoci un selezionatore (Conte, per esempio, stravedeva per lui).
Oltre domani
Il futuro, ovviamente, va oltre Roma-Napoli di sabato 14 ottobre 2017. Si staglia sul rapporto tra i due calciatori e le loro rispettive squadre, è collegato alla Nazionale e allo spareggio che tra un mese, teoricamente, dovrebbe poter portare entrambi al loro Mondiale, da affrontare da 27enni affermati. Vedremo se Ventura recupererà l’esterno giallorosso, dopo aver puntato forte su Insigne nel ruolo di esterno sinistro. Capiremo se il rinnovo di Lorenzo con il Napoli possa essere una blindatura reale, tra cifre (alte) dell’ingaggio ed eventuale volontà di provare esperienze diverse, più alte.
Per Florenzi, invece, c’è da capire più che altro come sono stati superati i mesi di convalescenza, recupero, rientro in condizione. Il gol al Milan è la miglior iniezione di fiducia possibile, di poco superiore all’investimento di Di Francesco in un posto da titolare nel suo 4-3-3. Dal punto di vista del rapporto con la Roma, non dovrebbero esserci stravolgimenti, né in un domani prossimo né mai. Secondo la narrazione comune, Florenzi vuole essere in tutto e per tutto l’erede di Totti e De Rossi, legandosi a vita con i giallorossi. Tanto che, proprio in questi giorni, si è parlato della data del rinnovo. Non del fatto che possa esserci o meno, ma di quando debba essere formalizzato.
Due belle storie, domani sarà un duello da vedere e rivedere. Che fa onore al calcio italiano, al lavoro di due squadre dall’anima straniera che però hanno ancora un legame con il loro territorio. Rappresentato da Lorenzo e Alessandro, Alessandro e Lorenzo, simboli e grandi calciatori. Oppure grandi calciatori prima e poi, solo dopo, simboli. Scegliete voi l’ordine.