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Allegri: «Vincere è più difficile che essere belli, lo scudetto si decide a marzo»

Allegri intervistato da Tuttosport, due pagine e mezzo di giornale sul mantra della vittoria come unico obiettivo: «Vincono i campioni, non i tecnici».

L’intervista a Tuttosport

Fa un po’ strano a pensarci, eppure è il destino indecifrabile della Juventus, di questa Juventus: vincere sei scudetti consecutivi e dover dire che vincere è quello che conta. Tuttosport intervista Allegri, e i due titoli costruiti sulle parole del tecnico bianconero richiamano il primato del successo finale: «Essere belli è facili, il difficile è vincere. L’albo d’oro è ciò che conta». Sono due pagine e mezzo di giornale sul mantra della vittoria a tutti i costi, come unico obiettivo. Ecco, facciamo un po’ fatica a non individuare un riferimento al senso comune sul Napoli, sull’estetica della squadra di Sarri. Che, da questo punto di vista, è decisamente più apprezzata dei bianconeri. Sono un po’ in difficoltà da questo punto di vista, a un certo punto si potrà pure dire. Non c’è niente di male, specie se alla fine vinceranno sempre loro. Nelle classifiche e negli albi d’oro, ovvero dove conta di più. Solo che sentono il bisogno di ricordarlo, a loro e agli altri.

Lo fa Allegri, che dopo aver parlato di Dybala e Bernardeschi mette a punto i suoi concetti fondativi: «L’albo d’oro è ciò che conta, alla Juventus conta vincere. Ed essere belli è più facile che riuscire a vincere. Noi dobbiamo fare un percorso su noi stessi, poi è normale che noi dobbiamo stare ancora più attenti perché abbiamo delle squadre che è diversi anni che non vincono e ogni anno gli monta la rabbia e te magari ogni tanto di addormenti un attimino: era successo anche col Sassuolo quando abbiamo preso il 2-1 e anche nei minuti finali col Torino dove abbiamo subito calci d’angolo e punizioni laterali. Ma siamo solo all’inizio».

Il Napoli

A questo punto, entra nel discorso il Napoli. Allegri dice di rispettare la squadra di Sarri, «esattamente come rispettiamo Inter, Roma, Milan e Lazio. Ci giocheremo i quattro posti con loro. Se poi dobbiamo parlare solo del Napoli, posso dire che è cresciuto molto, sono tre anni che gioca con la stessa squadra. La Juventus ha cambiato tanto: noi abbiamo continuato a vincere e loro a crescere sul piano del gioco e quest’anno in questo momento che hanno 2 punti in più di noi e dell’Inter è normale che si sentano i favoriti insieme a noi per lo scudetto. Ma è presto. Perché alla fine le stagioni si decidono a marzo, come sempre. Bisogna avere un po’ di pazienza. E comunque serviranno 86 punti per lo scudetto».

Higuain, gli schemi e il Var

Il concetto di superiorità dei risultati secondo Allegri si evince anche da un’altra risposta, la domanda riguarda il peso dei tecnici nell’economia di una squadra: «La cosa che mi fa sorridere è quando sento dire l’allenatore vince perché fa gli schemi. Perché se tutti i giocatori fossero uguali il Psg non spenderebbe 222 milioni per Neymar, Messi non varrebbe un miliardo e Dybala 170 milioni. Perché poi c’è un pallone che va passato bene, altrimenti le società spenderebbero zero. E siccome nella vita non c’è nulla di uguale, figuriamoci nei giocatori. Se nel Barcellona avessi giocato io al posto di Messi non avrebbero vinto tutte quelle Champions». Chiaro, abbiamo capito.

Allegri su Higuain: «Gonzalo deve essere determinante, che poi segni 30 gol o 25, l’importante è che siano gol che determinino. Adesso sta meglio fisicamente, ha lavorato nella sosta, ma non è ancora al cento per cento. Higuain è un giocatore straordinario. Mi arrabbio molto con lui perché pretendo di più, perché può fare molto di più. Finora ha fatto il 50 per cento di quello che potrebbe fare».

Chiusura sul Var: «Sono favorevole. Punto». Strano, non ci era sembrato…

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