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Sacchi: «Lo scudetto può perderlo solo la Juve, Napoli condannato alla perfezione»

L’intervista di Arrigo Sacchi al Corriere della Sera: «Il Napoli manca di esperienza, forza fisica, ma Sarri è un genio e migliora sempre la sua squadra».

Sacchi: «Lo scudetto può perderlo solo la Juve, Napoli condannato alla perfezione»
Arrigo Sacchi

L’intervista al Corriere della Sera

«Preferirei partire dal Napoli, se non le spiace». Comincia proprio così l’intervista che Arrigo Sacchi ha rilasciato al Corriere della Sera. E che si può leggere questa mattina, in edicola. Sacchi parte dal Napoli eppure non riesce a considerarlo favorito per lo scudetto: «Il titololo rivincerà la Juve che ha una superiorità caratteriale. Anzi, mi correggo: solo la Juve può perderlo. Il Napoli però è la squadra che preferisco, la più armoniosa, come gioco è fra le tre migliori al mondo. E Sarri è un genio».

La domanda successiva, quasi di grazia, è ovviamente “Perché il Napoli non vincerà”. La risposta, ormai consueta e consolidata, di Sacchi: «Perché il Napoli è condannato alla perfezione. Ha collettivo eccezionale, idee, qualità. Però i singoli mancano di forza fisica, esperienza, storia. Quando c’è da stringere i denti nei momenti bui si perdono, e a un certo livello i momenti bui capitano. La strada però è giusta, ogni mese che passa il Napoli è migliore. L’anno scorso ha perso Higuain e poi anche Milik, eppure ha segnato più gol. Prima o poi sarà da scudetto, magari lo diventa già quest’anno». Sacchi è fondamentalmente un indeciso.

Le altre

La superiorità caratteriale della Juventus: «La forza mentale che, legata a individualità
eccelse e a una società fra le prime cinque al mondo, le dà punti in più già in partenza. Anche se a me non piace quel messaggio del“conta solo vincere”. Io, sapete, la penso diversamente. Però un consiglio ad Agnelli lo darei: di provare a fare un passo in avanti per unire merito, bellezza e vittoria».

Roma, Milan e Inter: «Ogni ambiente ha le proprie caratteristiche sociologiche. Quando arrivai a Milano nel 1987 vedendo che per la strada tutti andavano di corsa
subito pensai: questoèil posto perfetto per il pressing. Ecco, Roma è una città complessa, esigente. Sono arrivati secondi ma la gente non era contenta. Per le milanesi? Società, squadra, individuo, in quest’ordine: l’organizzazione è piramidale, in cima c’è sempre il club. Quindi innanzi tutto c’è da capire come si muoveranno le nuove proprietà. Spalletti mi piace molto ma già negli anni passati all’Inter c’erano buoni allenatori, eppur e èandata male. Forse il problema era l’Inter, non l’allenatore».

«Montella lo apprezzavo molto alla Fiorentina, dove aveva cercato di dare un’identità netta. Ora mi sembra un filo più tatticista. Mi pare che Mirabelli, che non conosco, gli stia fornendo una buona squadra, che si sia mosso positivamente. Mi sembrano acquisti coerenti. Però sapete come la penso, non i soldi ma le idee».

Sacchi su Neymar

Il giudizio sull’affare del secolo «Qui ci sono due riflessioni distinte. La prima. Che le società siano più ricche e quindi nel sistema circoli maggior denaro è normale, è l’economia moderna. Non è più sport ma spettacolo sportivo, c’è maggiore audience quindi più denaro. Non mi scandalizzo. L’altra riguarda i giocatori, chi cioè agisce solo per convenienza economica. Beh, penso che sia un errore. Ripenso a Shevchenko e Kakà, mai più stati gli stessi lontano dal Milan. L’avidità ti distrugge, ti schiavizza. Il calcio si nutre di passione, di coraggio. Il coraggio rende liberi, come le idee, come
la bellezza».

 

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