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Meno circo, più scimitarre: con Allaneymar il Napoli ha debellato la gasperite

L’Atalanta sembrava sul punto di colpire ancora. Poi Sarri ha cambiato il centrocampo. Intanto abbiamo scoperto che il Var è il problema del calcio italiano

Meno circo, più scimitarre: con Allaneymar il Napoli ha debellato la gasperite
L'assist di Insigne per Mertens (SSC Napoli)

Il mio Napoli – Atalanta 3-1

– Non sono arrivato carico come a ogni vigilia. Una fame improvvisa, i fatti del giorno precedente in cui è scoppiata la Varmania e il caso Pepe, che detto così rievoca gli ingredienti di un semplice e succulento bucatino, mi hanno distratto e non sono riuscito a focalizzare pienamente l’obiettivo.
Sul Var già mi sono espresso ultra positivamente domenica scorsa. Tra poco lo faranno diventare il capro espiatorio di tutti i mali del nostro calcio pulito e cristallino. Per coloro che dubitano, basterebbe soffermarsi sui due rigori contro nelle prime due di campionato, che non si vedevano dai tempi del big bang, e sulle dichiarazioni di Buffon al sapore di natiche infiammate che certificano l’importanza dello strumento.
– Su Reina invece la situazione è sempre meno chiara. Non riesco a immaginare una partenza a 3 giorni dalla fine del calciomercato. Ma il suo misterioso saluto ieri a fine partita, ha disegnato scenari non si sa quanto fantasiosi e quanto reali.
– Sulla fame terribile che mi ha investito, ho pensato che in realtà non passa perché di questo Napoli non si è mai sazi.

“Mica possono pescare il jolly ogni volta”

– La prova maiuscola a Nizza che ha lasciato un alone di invulnerabilità e il pronostico frettoloso del mio amico Antonio (non il Minao) che spesso si lascia andare a 3-0 facili facili, mi hanno condotto dunque al San Paolo non con la giusta tensione, ma con l’idea errata di liquidare i bergamaschi in una ventina di minuti.
“Mica questi possono pescare il jolly ogni volta” mi son detto.
– Invece stava andando esattamente così. L’Atalanta era riuscita a estirparci 6 punti nella scorsa stagione, riuscendo a farci (non) giocare le 2 peggiori partite dell’era Sarri. Ieri, fino alla magia di Zielinski, è sembrato di rivivere il remake dell’horror di qualche mese fa.
Al di là degli interpreti, la squadra di Gasperini si è rivelata per noi come la terra rossa lo era per McEnroe o l’erba per Lendl. L’Atalanta non è in pratica la superficie adatta per il nostro gioco. 
– È come se i giocatori avversari, nei loro movimenti serrati e oppressivi, emanino nell’aria una sorta di kryptonite che annebbia le idee e imballa le gambe: la gasperite.
– Non è un caso che il più attivo degli azzurri, nei primi 45 minuti, sia stato Ghoulam. L’algerino che in genere ha lo sguardo più del merluzzo bollito che di un famelico felino.

La gasperite ha colpito tutti, in particolare Hamsik

– La gasperite ha indebolito in modo particolare Hamsik che non è mai entrato in partita, se non per sbagliare qualsiasi cosa gli passasse tra i piedi; Jorginho, che pedinato fin dentro gli spogliatoi, ha giocato talmente floscio da poter sperare in una convocazione in nazionale e i tre avanti, seppur con l’alibi di essere stati serviti col contagocce, non hanno mai dato la sensazione di avere il fuoco dentro.
– Il risultato è stato che l’Atalanta, più fisica e più presente, senza eccessivi patemi ha controllato un fiacco avversario, ha meritato il vantaggio (dal solito corner) e si è avvicinata allo 0-2 più del Napoli all’1-1.
– Salvo nell’occasione in cui, su un cross basso del solito Ghoulam, il pallone ha scaraventato Calle in rete da pochi passi e non il contrario.
– Nell’intervallo ho pensato che avrei mangiato volentieri anche un pacco di patatine stantie e ho pensato ad Antonio e al suo “vinciamo 3-0 facile facile”. Pensiero che non mi ha abbandonato anche nei minuti iniziali della ripresa quando i nostri passaggi superiori ai 2 metri sistematicamente finivano tra i piedi nerazzurri o fuori dal campo.
– Pensiero che è diventato martellante quando Jorginho si è esibito in un tiro al volo insipido da fuori area che ha mandato l’Atalanta in contropiede.

Dal centrocampo del fioretto a quello della scimitarra

Mentre smadonnavo Jorginho, la gasperite e il mio amico Antonio, e mentre agognavo una merendina o un cioccolatino (magari di Insigne), una saetta ha acceso all’improvviso la luce nel buio pesto e rimosso i miei pensieri: su una ribattuta, Zielinski, per evitare che Jorginho ci riprovasse (a spedire in contropiede gli avversari), lo ha anticipato e ha lasciato partire una bomba all’incrocio dei pali.
– L’urlo liberatorio ha spronato Sarri ad abbandonare il centrocampo del fioretto e dell’uncinetto e passare alla scimitarra e alla mazza ferrata.
Diawara e Rog. Ma soprattutto Allan al posto dello spento Hamsik è stata la mossa che ha fatto svoltare non solo sul piano fisico, ma anche del gioco. Il Napoli è sembrato ritrovarsi e il brasiliano è sembrato entrare con le scarpe di Neymar: dribbling, piroette, tunnel e lanci liftati di esterno e di interno.

Allaneymar

– Nell’occasione del secondo gol è lui a pennellare per la testa di Insigne, prima del tocco perfetto per Mertens che da due metri non poteva sbagliare.
– Ed è sempre Allaneymar a lanciare di fino Calle sulla destra dal cui cross è nato un assist no look di Mertens per l’occorrente Rog a sigillare il 3-1.
– In mezzo, un’Atalanta mai doma che ha comunque cercato di riequilibrare l’incontro, senza però creare particolari occasioni, ma riempiendo i vuoti di stomaco con tanta tanta tanta ansia dentro di me.

Al posto del circo la sciamarrata di Zielinski

– Per una volta il Napoli è riuscito a vincere senza il solito gioco brillante, se non per brevi tratti, ma con la sostanza.
– Per una volta, il Napoli è riuscito a rimontare. Essendo abituato a sbloccarla e costruendo il proprio circo su quel gol, stavolta si è visto costretto a trovare nuove soluzioni. Tipo la sciamarrata di Zielinski dal nulla.
– Dopo Ghoulam, anche Rog, detto AratRog, è andato a segno per la prima volta.
– All’uscita dallo stadio, ho incontrato il mio amico Antonio che mi ha detto: hai visto? Ho sbagliato di poco. È stato un 3-1 facile facile…
– Ora c’è la sosta, la gasperite è stata debellata, il Var è l’alibi dei perdenti e mi sono pure fatto il bucatino caso e pepe, ma io ora sono carico e ho fame. Ho fame ancora.
Per questa stagione, ho deciso di liberarmi dall’urlo “la 10 non si tocca” per una scaramanzia nata all’interno della mia banda e perché, a fine anno, strategicamente mi sentirò esentato a imbattermi in un dibattito per me senza senso che impazzerà senza esclusione di colpi.
Forza Napoli Sempre
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