ilNapolista

Jean Michel Seri, il cervello pensante e creativo del Nizza

Come e dove gioca Jean Micheal Seri, regista e creatore di gioco di Favre: la qualità, la tattica e una dimensione superiore a quella del Nizza.

Jean Michel Seri, il cervello pensante e creativo del Nizza

Regista, anche in avanti

Chi ha seguito Nizza-Troyes si è trovato di fronte una squadra, quella rossonera, con caratteristiche tattiche abbastanza chiare e riconoscibili. Ne abbiamo parlato questa mattina, in un pezzo che serviva più che altro a “tranquillizzare” i tifosi del Napoli sulla tenuta difensiva (non eccelsa) della squadra di Favre. Tornando alle caratteristiche del Nizza, parliamo ora dell’altra metà del campo, quella offensiva. Quella in cui diventa indispensabile, fondamentale, imprescindibile (aiutateci a trovare altri aggettivi così netti) l’apporto di Jean-Michel Seri.

L’ivoriano del Nizza non è solo un regista di costruzione, ma è anche una fonte di gioco offensivo. È bastato guardare con occhio attento Nizza-Troyes, come detto prima, ma è indicativo leggere pure le statistiche: nello scorso campionato, Seri è stato il calciatore più creativo della rosa di Favre, con 73 occasioni create di cui 9 assist decisivi. L’ex del Paços Fereira lavora a tutto campo, ha una media di passaggi per match non lontanissima di quella di Jorginho, giusto per fare un confronto (83 a 98 per il centromediano di Sarri). Insomma, tutto quello che il Nizza costruisce passa dai suoi piedi. Dalla sua testa. E questo, per il Napoli, è un appunto importante.

Posizione

Dal punto di vista del sistema di gioco, Seri occupa una delle due posizioni del Doble Pivote nel 4-2-3-1. Teoricamente, quindi, l’ivoriano non ha due compagni “al suo servizio” come nel Napoli succede per Jorginho e Diawara. Di conseguenza, il lavoro in fase di creazione del gioco deve necessariamente accoppiarsi al contributo in fase difensiva. Anche da questo punto di vista, il contributo di Seri è numericamente importante: 34 partite, 54 eventi difensivi tra intercetti, palle rubate e spazzate.

A chi gli ha chiesto una definizione del suo gioco, Seri ha risposto così: «La formazione dei calciatori in Africa è speciale. Fino ad un certo livello si gioca a piedi nudi, di conseguenza siamo più a contatto con la pala e acquisiamo una buona base tecnica. Mettiamo gli scarpini quando abbiamo raggiunto un certo livello. Mi sono ispirato a Marcelo Gallardo, quando giocava a Monaco nei primi anni 2000. Questo è il mio soprannome in patria». L’intervista in questione è stata rilasciata a Le Point. Gallardo era un fantasista dal gioco regale, elegante, dalla fantasia spiccata. Seri rientra in quella categoria di calciatori fantasiosi, di grande qualità, che per adattarsi al gioco moderno hanno dovuto trasformarsi in registi ed abbassare il baricentro posizionale. In questo senso, si pensi a Pirlo o Pjanic.

Dimensione e prospettive

Seri non ha una dimensione pienamente riconosciuta, eppure la narrazione di questo calciomercato lo ha accostato ad un trasferimento importante, addirittura al Barcellona. Gli azulgrana, ancora alla ricerca di un erede di Xavi, avevano pensato proprio all’uomo del Nizza dopo aver perso l’occasione Verratti. Anzi, proprio l’ex numero 4 e capitano dei catalani ha incoronato Seri come suo possibile erede: «È il giocatore giusto per l’ambiente catalano. Ha quello che da quelle parti chiamano ‘DNA Barcellona’. Sarebbe un giocatore che completerebbe un organico da sogno, con giocatori come Messi, Suarez, Iniesta, Piquè».

Anche questa investitura dovrebbe invitare il Napoli a pensare soprattutto a Seri, per il match di mercoledì. Come scritto anche sopra, tutto il gioco della squadra di Favre è gestito, organizzato, pensato e impreziosito dalla qualità di un calciatore di livello superiore rispetto ai suoi compagni. Di un calciatore che, a 26 anni compiuti da poco, è al picco della carriera e ha tutto l’interesse di mostrarsi al meglio. Perché il mercato non è finito, e Nizza potrebbe diventare troppo piccola. Occhio.

ilnapolista © riproduzione riservata