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Il futuro del calcio è su internet (già oggi è gratis), e noi siamo ancora ai 10 euro

Il calcio italiano è legato ad idee superate: la tv, l’abbonamento, l’esclusiva. Il mondo va avanti, e il calcio online è un mondo potenzialmente illimitato.

Il futuro del calcio è su internet (già oggi è gratis), e noi siamo ancora ai 10 euro

Obsolescenza

Ieri sera, la redazione del Napolista era dislocata lungo lo Stivale. Il 6 agosto è un’ipotesi non solo esistente, ma anche da tenere in vivida considerazione. Tutti noi, per motivi lavorativi e di piacere, avremmo (abbiamo) voluto guardare la partita di calcio Bournemouth-Napoli. Alcuni, da casa, hanno pagato i famosi 10 € in ppw e hanno seguito la partita con tutti i comfort. Altri, invece, hanno trovato online (e gratis) un servizio di qualità leggermente inferiore, eppure funzionale.

A bocce ferme, ne abbiamo discusso un po’. Ci siamo chiesti che senso avesse, nel 2017, pagare una partita in pay per view o anche solo un abbonamento tv quando tutto è accessibile e visibile online. Il senso esiste, ed è legato alla pulizia e alla chiarezza dell’immagine, alla qualità del segnale, al fatto che la linea internet sia necessaria per guardare qualsiasi evento live in streaming. La stabilità e la definizione di un segnale tv sono ben più alte, ma forse tutto è legato alla condizione di illegalità con cui certi canali online diffondono gratis la visione dell’evento. Della serie: rendi legale la trasmissione del calcio su internet, metti a punto il sistema legislativo e tecnico adatto, e allora la cosa cambia. Anzi, migliora. Rendendo completamente obsoleta la televisione.

Facebook

Uno dei “problemi”, in questo senso, è quello delle dirette Facebook. L’introduzione dei video Live e la diffusione a livello globale di questa pratica rende impossibile un reale controllo sulle immagini trasmesse. Di conseguenza, per ogni evento, proliferano canali e pagine che violano apertamente la legislazione sull’esclusiva e riprendono il televisore con lo smartphone. Ripetiamo quanto detto sopra: la qualità resta lontana anni luce, ma in questo modo il televisore è sorpassato. Anzi, è bypassato.

C’è poca lungimiranza, in questo senso, da parte del nostro calcio e del nostro sistema mediatico. Ieri, per esempio, le persone che utilizzano il servizio Sky Go o Premium Play (che permetterebbe la visione di una parte del palinsesto anche in movimento) non hanno potuto guardare la partita neanche in ppw. L’acquisto e la visione non erano pratiche predisposte per i dispositivi mobili. Ecco che allora c’è qualcosa che non funziona alla base, ecco che allora il tempo non potrà che sgretolare questo muro ormai marcio di arretratezza. E che, nel caso di Sky, è appena passato alle tredici mensilità annue. Un regalino per gli abbonati.

In America, per esempio, le dirette Facebook dei grandi eventi sportivi sono diventate una consuetudine dopo un primo periodo di test. Si sta lavorando per esplorare le potenzialità pubblicitarie e commerciali del mezzo, perché il motore che muove il cambiamento è proprio quello. Il solito, anzi: i soldi. Per evitare quella che è a tutti gli effetti una pirateria digitale, bisogna mettere a punto i sistemi migliori per far sì che ci possa essere guadagno per chi produce lo spettacolo, e per chi ne è protagonista.

Diritti

In Italia, così come in tutti i paesi calcisticamente (e sportivamente) avanzati, i diritti di trasmissione degli eventi sono venduti in modalità centralizzata. Badate bene, non abbiamo scritto “diritti tv”. Perché bisogna andare oltre questo concetto, anzi questo pezzo serve proprio a questo. Il turning point per la nostra Serie A potrebbe arrivare con il nuovo bando per il triennio 2018-2021, che prevede un aggiornamento del “pacchetto online” rispetto al primo tentativo andato male. Ecco, quella è un’occasione. Per la Lega, di iniziare a mettere a punto una strategia per vendere in maniera intelligente i pacchetti ai broadcaster di internet.

Ma è un’opportunità anche per i club. Che hanno Facebook, Instagram, Twitter e altri social media che potrebbero rappresentare un’occasione. Pensate alla possibilità, oggi remota, di poter vendere a una pagina Facebook i diritti di trasmissione in diretta delle partite, magari con pubblicità dedicata e vendibile con lo stesso modello di quella televisiva. L’investimento sarebbe ripagato immediatamente grazie a questi inserzionisti, ferma restando la caratterizzazione free dell’iscrizione a Facebook. La stessa azienda Facebook potrebbe inserire un mini-abbonamento per l’accesso a determinate pagine di servizi, che trasmetterebbero legalmente il calcio in tutto il mondo. Oppure pensate a un possibile ingresso di Netflix, o comunque di una piattaforma in grado di lavorare in streaming e in on demand con gli eventi sportivi.

Insomma, c’è tutto un futuro da scrivere. C’è un mondo che si muove, mentre l’Italia del calcio e il Napoli seguono un modello vecchio e ormai antico, lontano. La pay per view, il canale tematici, l’abbonamento mensile. Qualcuno ribatterà: il calcio si finanzia così. Vero. Ma è vero pure che cercare vie alternative per crescere ancora non è mai sbagliato. E l’online è una possibilità infinita. Che però non abbiamo ancora sfruttato, né capito.

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